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“Tutto ciò è molto carino…” dice Celes, vagamente interdetto, mentre osserva i suoi figli che restano in piedi davanti a lui, vagamente imbarazzati, vagamente confusi, le mani strette e le dita intrecciate, “Cioè, non voglio dire di non essere felice, sono molto contento, invece, che vi siate trovati.”
“Assolutamente, assolutamente!” commenta Langley con entusiasmo, volteggiando alle spalle dei gemelli e cingendoli in un tenero abbraccio paterno, “E chiaramente non c’è nessun tipo di pregiudizio da parte nostra nei confronti delle relazioni romantiche tra fratelli.”
“Ci mancherebbe altro,” Shannen inarca un sopracciglio, “L’incesto è il pilastro su cui si fonda l’intera società di Tanit.”
“Ora, mio glaciale bocciolo di bucaneve, non andrei così in là da dire una cosa del genere, ma…”
“Ma è così,” Shannen aggrotta le sopracciglia, “La tua abissale ignoranza sulle regole di questa Landa dopo tutti questi anni ancora mi sconvolge, ma vabbè. I miei stessi genitori erano fratello e sorella, non vedo cosa—”
“Come dicevo,” Celes li interrompe con un sorrisino nervoso, “Nessuno è più felice di me nel sapere che siete felici insieme, ma— ma abbiamo altre faccende un pelo più pressanti da affrontare, prima fra tutte—”
“Papà!” Meridian lo interrompe all’improvviso. Le sue dita, strette con forza attorno a quelle di suo fratello, tremano un po’, ma la stretta che Fabian le ricambia le dà coraggio, e saperlo al suo fianco le dà la forza di continuare a parlare. “Io— Io non voglio diventare una Veggente.”
“Mia Stella,” Celes sospira pesantemente, pinzandosi la radice del naso, “Non dire sciocchezze, adesso.”
“Celes,” Calico, che fino a quel momento si era tenuto in disparte, si avvicina, sospirando a sua volta, “Ti ho già detto che ti devi moderare un po’. I ragazzi sono giovani, non sono ancora pronti—”
“Cal— per tutti gli dei, non mettertici anche tu adesso! Eri molto più giovane di quanto loro non siano adesso quando hai accettato il tuo incarico di Sommo Priore! Io stesso ero più giovane di loro adesso quando sono diventato Veggente!”
“Eh, ho capito! Ma tu sei nato con un differente senso di responsabilità, tu hai sempre voluto diventare Veggente!”
“Ma il desiderio di diventare Veggenti non può e non deve essere messo in discussione!” Celes torna a voltarsi verso Meridian, i suoi occhi intensi fino alla pesantezza, “Meridian. Diventare Veggente non è un capriccio, non è un hobby, non è neanche una missione e di certo non è una scelta: è il tuo ruolo nella struttura stessa del Polyverso, ogni singola cellula del tuo corpo è stata creata per questo motivo, il—” si morde un labbro, nervosamente, “Il mio stesso corpo— la magia lo ha modificato apposta perché tu potessi nascere, perché tu potessi prendere il mio posto! È così che funziona!”
“Ma io non voglio!” esplode Meridian, le lacrime agli occhi, “A me non interessa! Io non la voglio questa responsabilità, questo ruolo, questo— qualsiasi cosa sia! Questo corpo,” si preme la mano libera contro il petto, “È mio! Non è nato per nessun altro motivo oltre l’essere mio! E io non voglio usarlo per— per cosa, poi? Viaggiare di Landa in Landa imponendo a popoli innocenti sciocche, inutili guerre che non fanno che ripetersi, e ripetersi, e ripetersi, senza mai cambiare niente?!”
“Meridian!” Celes alza la voce, e Fabian stringe la mano della sorella e la tira indietro, frapponendosi tra lei e la furia offesa del padre.
“Papà,” cerca di dire, conciliante per quanto possibile, “Ascoltala, almeno! Zio Calico ha detto che non possiamo prenderci responsabilità se non siamo pronti, se Meridian non è pronta—”
“Tu saresti pronto?” chiede allora Celes, voltandosi verso di lui, “Nessuno più di me è aperto a trovare soluzioni alternative, né tantomeno mi importa se il Veggente in carica è maschio o femmina, per ovvi motivi, ma per certo non saranno i miei figli a distruggere il delicato meccanismo sul quale si basa l’intero Polyverso per— per un capriccio da bambini! Quindi, Fabian? Se tua sorella non è pronta, lo sei tu?”
Fabian si sente i polmoni improvvisamente svuotati d’aria, e indietreggia, balbettando. “Io… Io…”
“Lo immaginavo,” taglia corto Celes. C’è una lama sottile ma crudele, nella sua voce, che mette subito in allerta Langley.
“Cee,” dice il vampiro, approcciandosi prudentemente al marito, “Tesoro mio. Amore. Calmiamoci, adesso, ti va?”
“No, non mi va,” Celes si discosta e torna a guardare Meridian, “Dunque, se tuo fratello non è disposto a sollevarti questo gravoso incarico dalle spalle, Meridian, tocca a te. E non voglio sentire ragioni. Adesso basta prendere tempo, domani stesso contatterò la preside Flowerbloom e partirai per Titania per—”
“No!”
“Meridian!”
“Ho detto no!” la ragazza gli urla in faccia tutta la sua rabbia, e poi si allontana anche da Fabian, scappando verso i giardini del Palazzo d’Estate.
Suo fratello la segue immediatamente, rincorrendola oltre le ampie finestre di cristallo che danno sul giardino e poi all’interno della folta vegetazione. Sua sorella imbocca un sentiero appena visibile nell’erba alta del boschetto che scende come un vestito di seta verde lungo il fianco della collina e lui segue il suo odore, l’eco oscura e umida del suo dolore, la traccia brillante della sua magia tinta di rosso dalla frustrazione. La trova in mezzo a una radura, le spalle scosse dai singhiozzi, i lunghi capelli arruffati che le coprono il viso e le scivolano sulle spalle e sulla schiena mentre affonda tra le sue stesse mani.
“Meri…” deglutisce avvicinandosi a lei, cingendole le spalle con le mani e poi premendo il viso contro il suo collo, “Ti prego, non fare così. Non ce la posso fare a vederti piangere.”
“Detesto tutto questo, lo detesto!” Meridian singhiozza più forte e repentinamente si volta verso di lui, nascondendo il viso contro il suo petto e stringendolo alla vita con una forza titanica che quasi gli taglia il respiro, “Perché non mi ascolta?! Io non voglio essere come lui! Non voglio essere come la nonna! Non voglio essere come nessuno, voglio essere solo me stessa!”
Fabian si morde le labbra, stringendola a sé. Sopraffatto dal senso di colpa per non essere riuscito né a difenderla né a sollevarla dal peso incombente del suo ruolo per la solita tragica incertezza, per il solito sciocco senso di inadeguatezza e impreparazione – immagina che un bacio non sia sufficiente a guarire da mali che ti porti dentro dall’infanzia –, non sa nemmeno cosa dirle. Si limita ad abbracciarla in silenzio, e quel silenzio resta rotto soltanto dai singhiozzi disperati di Meridian fino a quando a quei suoni si aggiunge lo scalpiccio degli stivaletti di zio Calico che, borbottando sottovoce, si avvicina.
“Ma vedi se— Bambini!” li chiama in un mezzo ringhio, “Bambini! Dove accidenti siete?! Ah!” esclama quando finalmente li vede, “Eccovi. Ma come vi salta in mente di venirvi a nascondere qui in mezzo, i vostri genitori si sono preoccupati.”
“Zio— lascia perdere,” sospira Fabian, “Non è il momento.”
“E non lo sarà mai!” Meridian gli solleva addosso uno sguardo rosso e furioso, ancora bagnato di lacrime, “Io non torno indietro sulle mie parole! E se sei venuto qui per cercare di convincermi, puoi pure tornare indietro e dire a mio padre che io—”
“Ehi, ehi!” Calico la interrompe con cipiglio infastidito, sollevando entrambe le mani in segno di resa, “Calmati! Non sono qui per questo.”
“E allora perché?!” sbraita lei.
Calico sospira, scuotendo lievemente il capo. “Ascoltatemi senza aggredirmi, per una volta,” dice, “Non… non mi è piaciuto come vi ha trattato Celes,” e sembra gli costi ammetterlo, “Mio fratello— vostro padre— io lo adoro, seriamente, è una delle persone che più mi stanno a cuore nell’intero Polyverso, e non ce n’è tante, ma non è di certo privo di difetti, alcuni anche macroscopici. La sua devozione al ruolo del Veggente è sicuramente ammirevole, ma non si rende conto del fatto che ciò che per lui non è un peso può invece esserlo per altri. E… lo vedo anche io che per voi lo sarebbe. Tu, Meridian, non vuoi, e tu, Fabian, francamente, se lo vuoi o no è del tutto irrilevante, perché non sei pronto. Quindi: perché non andate un po’ in vacanza?”
Meridian sbatte le ciglia umide un paio di volte, allontanandosi appena dal fratello. “Cosa…? Come? Dove?”
“Beh, sul dove potete lavorare voi stessi. Del come, invece, posso occuparmi io. Con un semplice incantesimo di Rilocazione. Ho avuto occasione di studiarlo recentemente, mentre rimuovevo gli ostacoli che ci si sono opposti in Parlamento…”
“Hai Rilocato degli oppositori, zio?” Fabian aggrotta le sopracciglia, turbato.
“Non mi sento pronto né ad ammettere né a smentire,” scrolla le spalle lui, “E comunque non è il punto. Io mi occuperò di lanciare l’incantesimo, voi, ovviamente, pensate a dove volete andare, e la magia farà il resto. Dirò di non avervi trovato, nessuno saprà dove siete andati. E, quando vi sentirete pronti a tornare, vi basterà lanciare il controincantesimo appropriato e in men che non si dica sarete nuovamente su Tanit. Che ne dite?”
Meridian si avvicina allo zio con passi inusualmente incerti. Per un secondo resta in piedi davanti a lui e si scrutano intensamente negli occhi. Dietro le pupille verdi di Calico, Meridian vede solo un intenso desiderio di aiutarli. E capisce finalmente che lui spesso li chiama bambini non per insultarli, ma perché è così che vuole vederli. Bambini. I suoi nipotini. Da proteggere.
Gli getta le braccia al collo e lo stringe in un abbraccio caldo e tenero, sollevandosi sulle punte. “Grazie,” mormora. Poi scioglie l’abbraccio e torna vicina a suo fratello. Gli stringe le mani fra le proprie e lo guarda, negli occhi una domanda muta.
Alla quale Fabian risponde annuendo, mentre Calico comincia a recitare le prime parole dell’incantesimo.
Quando riaprono gli occhi, Fabian è confuso. Non riconosce il luogo in cui si trova – eppure era certo di aver pensato alla Landa di Shaarvaa, dove spesso suo padre li portava da piccoli per passare un po’ di tempo in uno dei villaggi arroccati sulle montagne rosa della catena dei Morvaali, dove Fabian e Meridian potevano passare giornate intere persi nei boschi, oppure sdraiati al sole degli altipiani coperti di fiori a sgranocchiare aarvaat alla cannella.
Invece lui e Meridian poggiano i piedi sulla terra bruna di una Landa sconosciuta, nel mezzo di una festa celebrata a tarda sera attorno ad un falò che scoppietta alto, lambendo l’oscurità della notte con le sue fiamme allegre.
“Ma che…”
“Aspetta, non restiamo qua in mezzo,” dice Meridian tirandolo verso un angolo più riparato, come sempre più pronta di lui a reagire alle difficoltà nel momento stesso in cui si presentano, “Fabi, a me queste persone sembrano familiari…”
“Cosa intendi…?” chiede lui, ma la frase resta sospesa perché gli giunge all’orecchio una voce che, questa no, non può essere confusa con nessun’altra.
“È solo grazie a te che sta succedendo tutto questo,” dice Regis, rivolgendosi a qualcuno che, inizialmente, da dove si trovano Fabian e Meridian non riescono a vedere chiaramente, “Tu ci hai riuniti. Tu ci conduci. Qualsiasi cosa facciamo, è per te che la stiamo facendo.”
“Oddio,” Meridian trattiene il fiato, le unghie che si conficcano nel braccio del fratello, “Ma è…”
“Ma sembra di almeno dieci anni più giovane…!” esala Fabian, sconvolto.
Ma gli si impantanano i pensieri nella mente quando Regis si china in avanti e finalmente riescono a vedere la persona con cui sta parlando. La persona che sta per baciare.
“Papà?!” sibila Meridian, sconvolta.
Ed è in quel momento che Fabian comprende. Schiude le labbra per parlare, la voce si rifiuta di uscire e lui deve spingerla fuori di prepotenza. “Meri…” deglutisce a fatica, “Credo di aver trovato una spiegazione.”
“Ti ascolto— ma solo se non devi usare tabelle per illustrarmela.”
Fabian scuote il capo. Non ha bisogno di tabelle per questo. “Non abbiamo viaggiato solo nello spazio,” dice, “Ma anche nel tempo. Siamo nel passato.”
“Cosa?!” strilla a quel punto Meridian, e il suo strillo mette in allarme Regis e Celes, che si interrompono e si voltano a guardarli.
È Celes, ovviamente, il primo a reagire. Con un balzo è di fronte a loro, e già sguaina i pugnali che teneva ai fianchi, incrociandoli sulle loro gole. “E voi chi sareste?” sibila furioso.
Né Fabian né Meridian, onestamente, hanno la benché minima idea di come fare a spiegarglielo. Nel panico, provano ad usare il Controincantesimo di Rilocazione.
E non funziona.
COWTers, ce l’abbiamo fatta! \o\ L’undicesima edizione della challenge a squadre più impegnativa del web è stata archiviata poco fa con la vittoria del Team Calico, che si aggiudica la tenzone! Congratulazioni a tutti i suoi componenti, e a tutti i partecipanti per il proprio contributo, grande o piccolo che sia stato!
Al secondo posto si classifica – per un solo Voto di vantaggio, e quindi per un migliaio di parole appena – il Team Fabian, mentre il Team Meridian è terzo classificato. Ecco la classifica!
CLASSIFICA FINALE | |
Team Calico | 232 Voti |
Team Fabian | 210 Voti |
Team Meridian | 209 Voti |
I Viaggiatimbri saranno assegnati regolarmente nei vostri profili nella settimana che va tra il 5 e il 10 aprile, insieme a qualche arretrato delle precedenti iniziative. Ma ecco qualche curiosità numerica!
- È stato il quinto COWT di sempre per numero di parole, in quanto sono state scritte l’equivalente* di 2.737.419 parole. Avevamo previsto un deciso rallentamento, vista l’impossibilità di far valere storie più lunghe di 10mila parole in questa edizione, ma si parla in ogni caso di cifre impressionanti per un’iniziativa che dura poco più di un mese e mezzo!
- In testa per numero di parole c’è il Team Calico con l’equivalente di 1.205.764 parole, seguito dal Team Meridian con 807.334 parole e dal Team Fabian con 724.321 parole.
- I podi settimana per settimana, per numero di parole:
Week 1: Team Calico 103886 parole, Team Meridian 86411 parole, Team Fabian 55801 parole
Week 2: Team Calico 163777 parole, Team Fabian 154067 parole, Team Meridian 119627 parole
Week 3: Team Meridian 180612 parole, Team Calico 178129 parole, Team Fabian 77553 parole
Sagra del Kulutrek: Team Calico 82437 parole, Team Meridian 58363 parole, Team Fabian 55815 parole
Week 5: Team Calico 148694 parole, Team Fabian 102877 parole, Team Meridian 45607 parole
Week 6: Team Calico 215300 parole, Team Meridian 129992 parole, Team Fabian 98133 parole
Week 7: Team Calico 313541 parole, Team Meridian 186722 parole, Team Fabian 180075 parole
* In questa edizione sono contate anche le fanart, per 1.000 o 2.000 parole ciascuna.