Utenza e lurkanza! La Giornata Internazionale dei Fanwork 2019 (#IFD2019) prosegue ancora oggi, e così anche la nostra iniziativa All Stars Italia: la quinta autrice che abbiamo invitato su questo sito è Axia, una delle fanwriter più famose del fandom di Harry Potter passato, presente e futuro! “L’Alchimia del Sangue” è una delle storie che, in effetti… hanno fatto la storia, ed è anche la storia che sarà valida per la missione speciale del COWT 9, e davvero in pochi non conoscono le avventure della Saga del binomio “Kysa & Axia”, di Glorya Malfoy e di Lucas Potter, e di tanti altri.
Trovate Axia sulla sua pagina ufficiale “La Saga“.
(Nota: per non rendere la missione speciale insuperabile, per ciascuna All Stars è previsto un certo massimale che non potrà superare, anche se il totale di parole fosse superiore a tale limite.)
L’intervento di Axia è dopo questo banner. Buona lettura!
Trovarsi di fronte alla pagina bianca dopo quasi dodici mesi è alienante, in particolar modo perché per più di sedici anni ho scritto ininterrottamente quasi ogni giorno, con sprazzi di mancanza d’ispirazione che al massimo duravano un mese.
Il bello di essere giovani e freschi come fringuelli.
E uso il termine alienante con cognizione di causa e due occhi belli spalancanti per lo stupore.
Chi avrebbe mai pensato che questo termine avrebbe potuto adattarsi a me in questo particolare frangente?
Ma cosa ci posso fare se ho smesso di scrivere e di avere una vita sociale nel fandom per la più ordinaria e, diciamolo, pratica delle ragioni. Un lavoro “vero”.
Ed è altrettanto desolante pensare che a vent’anni ti eri ripromessa di non cascare mai nella trappola, perché la scrittura nel fandom non è solo una palestra di vita.
È un po’ la tua chiesa se come me il fandom ti ha regalato così tanto.
Ebbene si, il fandom mi ha dato parecchio in questo ultimo decennio e mezzo. Un po’ di notorietà nel vasto campo da quidditch che è Harry Potter (anche se iniziai la mia maratona con One Piece e Slam Dunk) che ai tempi pensavo fosse il massimo della vita visto quanto il mio stile di scrittura sembrasse piacere e poi piccole cose, che nello scorrere del tempo si sono trasformate in enormi dettagli. Nel mio caso, facile, parlo di amicizie.
Amicizie e legami che durano ancora oggi, con svariati incontri in un lungo e in largo per l’Italia, vacanze passate in macchina sotto sole cocente e curve contorte.
Bond che si sono cementati grazie al fandom, che alimenta le passioni e le enfatizza, dà loro sfogo e le rende più accessibili anche al più sperduto degli utenti, improvvisamente non più solo nel suo guilty pleasure che tutti definivano troppo infantile.
Se sei fortunato come è capitato a me la tua passione per una storia, un libro, una serie tv, si tramuta in un argomento di conversazione che può tenerti incollato a un gruppo di persone per anni e anni: così, da svanita utente del web che a malapena sa disquisire di politica fra maghi o dell’ultimo modello di cucitrice per il cosplay, ti ritrovi catapultato in un mondo di gente che la pensa esattamente come te. O che per lo meno capisce per filo e per segno ciò che stentatamente volevi dire, ma che ancora non sapevi spiegare con parole tue.
Nel tempo questo dato di fatto non è cambiato ed è una cosa di cui sono grata.
La rete e il fandom davano uno spazio di condivisione e accettazione per coloro che si avvicinavano agli anime e ai comics, tacciati come ragazzate o sciocchezze dalla maggioranza del mondo esterno. Ultimamente invece il cambiamento è stato rivoluzionario. Orde di fans dei comics americani hanno reso l’intrattenimento per graphic novel (o sdegnosamente fumetti) non più roba da nerd sfigati.
Il bello di oggi è che puoi ammettere liberamente di amare fumetti e anime, non sei più visto come un Peter Pan un po’ strano e senza speranze e certamente non si tratta più di un angolino di nicchia per pochi fissati, anzi.
Essere nerd ormai neanche dalle mie sperdute parti è più un insulto (o quasi) ed è tutto dire.
Negli anni la situazione si è talmente evoluta, spesso in meglio, che stento a credere al giorno in cui, innocente come una colomba, chiesi a una fan writer molto più esperta di me se potessi inserire una parolaccia in una mia fiction. Bei tempi.
Quello che adoro del fandom di oggi è proprio l’atteggiamento menefreghista verso chiunque possa scandalizzarsi.
Turpiloqui aulici, fede e religione che vanno a braccetto in drabble acute o ancora meglio fiction scritte in un qualche straordinario dialetto. I nuovi writers hanno lasciato alle proprie spalle quello che per noi erano trasgressivo.
Le lemon, wow, leggere lemon e slash poteva sembrare così pruriginoso e progressista dieci anni fa. Oggi fictions di questo genere finalmente si sprecano e con che attenzione e delicatezza molti degli scrittori del web si concentrano sulla diversificazione, sul bullismo, il femminismo o la libertà sessuale.
Ho letto recentemente fictions che trattano temi di eguaglianza sociale nascosti tra i fili di trame originali, nuove eroine senza fronzoli stilistici e la piaga del bullismo spinta sotto lo sguardo del lettore nuda e cruda, senza abbellimenti, senza venire usata come plot device per raccogliere compassione o facili lacrime.
Trovo che sia eccezionale questa evoluzione nel pensiero scritto: non ci sono tabù, il fan writing viene visto come una valvola di sfogo e una piazza in cui si può parlare davvero di tutto però si, con cognizione di causa. Perché l’informazione e l’accuratezza sono diventate le nuove regine che precedono ogni stesura di bozza.
E i nuovi fan writers? Hanno un occhio attento alla società odierna e una sensibilità più spiccata di quanto si possa sperare, dato invece il torrido clima di critica che si aggira per i siti di scrittura creativa.
Ho un buon rapporto con le recensioni, non lo metto in dubbio data la vastità del mio operato in sedici anni, ma è altrettanto vero che i leoni da tastiera non si aggirano unicamente sui social: ricevere critiche pesanti e assolutamente gratuite legate non certo a un aiuto costruttivo non era prassi comune dieci anni fa, cosa che invece è cresciuta a un livello esponenziale negli ultimi tempi.
Come un certo personaggio letterario affamato di carne fresca sovente diceva “la scortesia è epidemica” e chi vomita la sua anima in una storia e la mette nero su bianco in rete corre il rischio d’incappare in Affetto, quello vero con la A maiuscola del fandom, come può capitargli di perdere qualche ora di vita a chiedersi se la sua fiction sia davvero tanto brutta da spingere un perfetto sconosciuto a demolirla parola per parola, sentimento dopo sentimento, riga dopo riga, messaggio dopo messaggio.
Ma ehi, il web come il mondo vero è pieno di rompipalle e il fandom non è certo diverso.
La macchina in dieci anni ha quindi subito una bella revisione. La vernice è nuova, fresca e fiammeggiante, anche se qua e là compare qualche graffio, ma dentro?
Sotto al cofano il motore è lo stesso di sempre.
Appassionato e ruggente, perché cosa c’è di meglio di poter amare qualcosa apertamente e di scoprire con gioia che non sei l’unico, ma uno di una legione intera?
Il fandom non ti fa sentire solo e anche se a volte ti dici che è tossico e pieno di imbecilli (è vero, ammettiamolo) non puoi fare a meno di tornare da lui di tanto in tanto.
Ti fa sentire a casa, ti fa ricordare i personaggi per cui tifi, gli eroi del tuo cuore come gli amori e le ship war per cui hai combattuto come un guerriero.
La parola d’ordine è passione.
Quella non si spegne mai.
Axia
07/02/2019
Questo è un “post ospite”, scritto da una persona che non fa parte dell’amministrazione di Lande di Fandom e pubblicato su questo sito con il consenso e l’approvazione della stessa.