COW-T #2

“Nun so se so’ i tramonti che me piacciono, o vede’ ‘sta città tinta de rosso.” (Sottotitolo dell’edizione)

La seconda edizione del COW-T – the Clash Of the Writing Titans è stata narrata su Mari di Challenge dal 14 gennaio al 16 marzo 2012.

Trama

Gli avvenimenti si svolgono circa 60 anni terrestri dopo quelli narrati nella prima edizione e sono narrati nuovamente dal punto di vista della Veggente Manila, organizzatrice e arbitro della contesa.

Sulla Landa di Nocturnia è in atto una guerra tra bande criminali per il controllo di Aimatopolis e delle sue fiorenti attività commerciali. I City Angels, i Mighty Knights, i Magic Sticks e i Blood Knights ignorano l’avviso di evacuazione della città e si sfidano sul campo: la fazione che avrà conquistato più territorio alla fine della contesa sarà decretata vincitrice, le altre dovranno sgombrare il campo o sottomettersi ad essa.

Schieramenti
  • City Angels, guidati da Dimitri Christopolous
  • Mighty Knigts, guidati da Antonio Cavalieri
  • Magic Sticks, guidati da Jake Wand
  • Blood Devils, guidati da Miguel
Emblemi

(per gli avvenimenti di ciascuna settimana, fare clic sul titolo della sezione)

Avvenimenti precedenti

Manila si stabilisce ad Aimatopolis alcuni anni prima degli eventi narrati nel secondo COW-T; in questa occasione stringe un rapporto di sincera amicizia con uno dei pochi esseri magici della Landa, la potente strega Giovanna. In città nessuno è a conoscenza dei poteri di Giovanna, e quest’ultima chiede a Manila di mantenere il segreto; Manila accetta, e l’aiuta a fondare il suo primo negozio di agroalimentari, I Meloni di Nonna Giovanna Frutta e Verdura.

Manila interviene sporadicamente nella già strisciante guerra tra bande, apparentemente basandosi solo sulle sue personali antipatie e simpatie; in realtà la Veggente agisce sulla base delle sue predizioni, preparando il campo per la futura contesa ed eliminando i possibili “pezzi ribelli” dalla scacchiera.

[expand title=”Antefatto”]Già pochi minuti dopo il tramonto, la città era un deserto annegato nel rosso acceso del sole calante e nel lontano rumore sordo che le macchine dei pendolari producevano imboccando la statale per tornare uno ad uno nelle loro case fuori dal centro, in quei graziosi isolotti verdeazzurri che rispondevano al nome di sobborghi, e lungo le strade pedonali dei quali infiniti filari di villette bianche tutte uguali si avvicendavano col loro alternarsi di giardini e piccole piscine di gomma.

La Veggente – aveva avuto un nome, sicuramente, i suoi genitori dovevano avergliene dato uno quando era nata, ma nessuno ne era a conoscenza, e sebbene non avesse più di quindici anni sembrava aver già vissuto abbastanza da averlo dimenticato lei per prima – detestava i sobborghi, non avrebbe mai abbandonato il centro, neanche per tutto l’oro del mondo.

Naturalmente, poteva permetterselo solo perché, su di lei, non aveva alcun effetto il coprifuoco che le autorità avevano imposto ai cittadini nel disperato tentativo di preservare le loro vite dalla furia delle bande armate che imperversavano per le strade.

Nessuno avrebbe osato toccarla. In qualsiasi territorio, il suo ruolo era rispettato come sacro da alcuni, temuto come si teme qualsiasi cosa sconosciuta e inspiegabile dai più. Nessuno riusciva a comprendere i suoi poteri, ma la storia aveva insegnato loro a rispettare la sua parola, e così nessuno osava o avrebbe mai osato toccarla.

Il solito sorriso furbo ad increspare le labbra, giocando incessantemente con la piccola sfera di cristallo che pendeva come un ciondolo dalla catenina d’argento che portava al collo, la Veggente raggiunse il palazzo che chiamava casa – un rudere scoperchiato dal tempo e infestato da animali randagi di ogni forma e dimensione – e si inerpicò lungo le scale sbeccate di pietra che portavano fino all’attico; quando vi fu giunta, scalciò lontano da sé gli stivali borchiati e si sedette per terra a gambe incrociate, sistemando sulle ginocchia le pieghe della minigonna sdrucita, e dopo aver legato i capelli – misto confuso e intricato di ciocche bionde e rosa – in una coda alta dietro la testa, diede un paio di colpetti con le dita ai fondi di bottiglia spaccati che affollavano il pavimento di fronte a lei.

Sorrise, scorgendo immagini del futuro nel modo in cui la luce aranciata del sole al tramonto li faceva brillare.

*

I quattro uomini erano costretti fermarsi, ogni tanto. Il palazzo all’interrno del quale viveva la Veggente era uno dei pochi palazzi rimasti in piedi dopo l’abbandono coatto della città da parte della quasi totalità delle autorità e dei cittadini.

“La odio,” borbottò Miguel, comandante in capo dei Blood Devils, nell’aggrapparsi all’ennesima rampa di scale, “Perché vivere così in alto? Che stronza.”

Dimitri, comandante in capo dei City Angels, si voltò appena per scoccargli un’occhiata supponente. “Magari è tenuta a farlo a causa dei suoi poteri,” suggerì, “E comunque non stai facendo una gran figura ad arrancare così come un disperato, fratello,” aggiunse con un sogghigno.

“Qui nessuno è fratello di nessun altro,” si intromise Antonio, comandante in capo dei Mighty Knights, concedendosi una smorfia infastidita e sputando per terra mentre cercava di riprendere fiato prima di ricominciare la scalata, “E state un po’ zitti.”

“Siamo quasi arrivati,” li interruppe Jake, comandante in capo dei Magic Sticks, accennando col mento all’ultimo pianerottolo, “Magari adesso la pianterete.”

Uno sbuffo biondo e rosa di capelli lisci e sottili ondeggianti nell’aria anticipò l’apparizione del visino infantile della Veggente, che da dietro il parapetto si affacciò a guardarli salire l’ultima rampa di scale e poi fermarsi proprio di fronte alla porta scardinata del suo appartamento. “Siete arrivati!” squittì entusiasta, precedendoli all’interno nello scricchiolio inquietante delle assi del pavimento.

“Pochi scherzi, ragazzina,” sbottò Miguel, incrociando le braccia sul petto mentre si appoggiava alla prima parete priva di buchi disponibile, cercando di non dare a intendere quanto la salita l’avesse sfiancato, “Cos’è che vuoi?”

Apparentemente per nulla spaventato dal tono minaccioso della sua voce, la Veggente si sedette a gambe incrociate per terra e spiegò la gonnellina sulle ginocchia, sistemando i cocci di bottoglia sul pavimento prima di sorridere, voltandosi a guardare i suoi ospiti. “Ho un gioco da proporvi,” disse quindi in una risatina divertita.

I quattro uomini rimasero in silenzio, ed ascoltarono.[/expand]

[expand title=”Prima settimana”]Il gioco che la Veggente propose ai quattro comandanti in capo delle quattro più grandi bande rivali che spadroneggiavano per la città era un gioco sporco di sangue, come le strade di quella cittadina. Un gioco al massacro, teso a stabilire chi sarebbe riuscito, alla fine, a mettere le mani su tutto.

“Cosa c’è in palio?” chiese Jake, osservando la ragazzina con aria perplessa.

“La città, naturalmente,” rispose lei, sorridendo divertita, “Con la mia benedizione. E me.”

I quattro si fermarono all’improvviso, fissandola con stupore. Nel corso degli anni che si erano susseguiti da quando era arrivata in città, avevano visto quella ragazzina scatenare cataclismi, rendere uomini immortali, uccidere a distanza, solo con la forza del pensiero. Averla dalla propria parte valeva quasi quanto possedere ogni singolo edificio di quella città ormai prossima al crollo. Forse perfino di più.

Accettarono tutti e quattro.

“Bella scommessa che stiamo facendo, fratello,” disse Miguel, sarcastico, rivolgendosi a Dimitri mentre discendevano le scale per abbandonare il palazzo, “Sulla pelle di tutti quanti noi.”

Dimitri ci mise un po’ a rispondere. Quando lo fece, erano ormai quasi usciti nella più fredda sera invernale che ciascuno di loro ricordasse. “Qui nessuno è fratello di nessun altro.”[/expand]

La prima settimana si chiude con la vittoria dei City Angels, che si portano in vantaggio (3 edifici) sulle altre fazioni(2 edifici).

[expand title=”Seconda settimana”]“Tutto ciò è ridicolo,” borbottò Miguel, incrociando le braccia sul petto mentre la Veggente, ignorandolo platealmente, terminava di appuntare la medaglia al petto di Dimitri, senza peraltro risparmiarsi di sfiorarlo in maniera solo apparentemente del tutto casuale attraverso il tessuto sottile della camicia che l’uomo indossava.

“Lo dici solo perché la medaglia la volevi tu, Diavolo,” lo prese in giro Antonio, tirandogli una bottarella contro la spalla mentre Jake rideva complice della battuta.

Miguel li guardò entrambi con rabbia, scoprendo i denti in un ringhio furioso che gli altri si sentirono deliberatamente incoraggiati ad ignorare, visto che anche la Veggente lo faceva.

La ragazza si allontanò dal petto di Dimitri solo dopo una quantità sostanzialmente illegale di secondi, e battè le mani per attirare la loro attenzione. “Basta sciocchezze,” disse, interrompendo le loro risatine con un sorriso pericoloso, “Ho in mente qualcosa di carino per rendere più divertente il gioco.”

I quattro si guardarono l’un l’altro. Non poterono che tornare ad osservarla con terrore, mentre aspettavano di sentirle rivelare il suo piano.

E quel piano non piacque a nessuno dei quattro.[/expand]

Vengono introdotte per la prima volta le sfide uno contro uno. I Blood Devils battono i City Angels, i Magic Sticks battono i Mighty Knights.

Classifica: Blood Devils, Magic Sticks e City Angels 5 edifici, Mighty Knights 4 edifici.

[expand title=”Terza settimana”]L’espressione di Miguel sembrava particolarmente orgogliosa mentre la Veggente terminava di appuntare la medaglia fatta di vecchia stoffa e cocci di bottiglia al suo petto, proprio come poco prima aveva fatto con Jake.

“Guardalo, come sorride,” sghignazzò Antonio, dando di gomito a Dimitri, il quale si allontanò con un mezzo passo indietro, lanciandogli un’occhiata vagamente infastidita, mentre Miguel sollevava un medio nella generica direzione di entrambi. “Sì, fanculo anche a te,” borbottò Antonio in risposta a quest’ultimo, “E non c’è bisogno di allontanarti come se avessi la peste, eccheccazzo,” aggiunse voltandosi a guardare Dimitri, sputando per terra con aria offesa. “Veggente, voglio una medaglia anch’io,” disse quindi, voltandosi a guardare la ragazzina.

Lei ridacchiò, stringendosi nelle spalle. “Allora tu e la tua gente dovrete darvi più da fare, non pensi?”

“E se invece mi lasciassi stare qui per stanotte?” propose l’uomo, ammiccando, “Scommetto che domani mattina mi regalaresti tutte le medaglie che voglio.”

La Veggente ridacchiò un’altra volta, coprendosi vezzosamente la bocca con una mano. “Che stupido sei,” rispose con un sorriso sincero, allontanandosi dai quattro uomini in un paio di saltelli e lasciandosi poi ricadere per terra, in mezzo ai suoi adorati cocci di bottiglia. “Vediamo, come potremmo giocare questa settimana…?” borbottò fra sé, grattandosi il mento con aria pensosa.

Con quattro sospiri simultanei, Antonio, Jake, Miguel e Dimitri si sedettero assieme a lei, in attesa delle sue nuove direttive.[/expand]

La terza settimana si conclude con la vittoria dei City Angels, che si portano in testa con 8 edifici; seguono Blood Devils e Magic Sticks con 7 edifici, e Mighty Knights con 6 edifici.

[expand title=”Quarta settimana”]Mentre Dimitri osservava con orgoglio la nuova medaglia appuntata al proprio petto – quella settimana, la Veggente aveva dato fondo a tutta la propria arte, riducendo una delle sue minuscole gonnelline di pizzo a brandelli per realizzare una coccarda al limite fra il ridicolo e l’elegante – Miguel restava in disparte, le braccia incrociate sul petto e l’espressione più scazzata del mondo a piegare le labbra.

“Oh, che muso lungo,” commentò Antonio, divertito, dando di gomito a Jake, il quale diede segno di aver apprezzato la battuta, ridacchiando lievemente. Non parlava tanto, Jake, ma era sempre pronto a ridere delle battute di Antonio, specie considerato il fatto che fra Magic Sticks e Mighty Knights non era mai corso il cattivo sangue che, invece, scorreva a fiumi fra tutte le altre bande. “Ancora deluso perché gli Angels vi stanno tirando le piste?”

Miguel sollevò lo sguardo, lanciando ad entrambi un’occhiata truce che non ebbe però modo di rimanergli addosso più di tanto, perché nel giro di pochi secondi la Veggente gli gettò entrambe le braccia al collo, appoggiandosi con giocosa malizia al petto lasciato quasi del tutto scoperto dalla maglietta scollata che l’uomo indossava. “Miguelito…” quasi piagnucolò, sollevandosi sulle punte e premendo un indice contro la punta del suo naso, “Se continuate a battere così la fiacca, questa settimana gli Sticks vi faranno a pezzettini piccoli piccoli,” commentò annuendo.

“Che?” domandò Miguel, e quando capì dove la Veggente voleva andare a parare si lasciò sfuggire un lamento stanco, “No, non di nuovo…”

Sì. Di nuovo.[/expand]

Secondo turno delle sfide a squadre. I Magic Sticks battono i Blood Devils; lo scontro tra City Angels e Mighty Knights è rimandato a causa di una irregolarità nella segnalazione delle storie.

Classifica: Magic Sticks e City Angels 10 edifici, Blood Devils 9 edifici, Mighty Knights 8 edifici.

[expand title=”Quinta settimana”]Si sarebbe potuto dire senza troppi giri di parole che Antonio fosse un uomo dal temperamento focoso. Nel corso della sua breve ma intensa carriera alla guida dei Mighty Knights, aveva sempre dato prova di grande impulsività, ma anche e soprattutto di grande ardore, ardore che era anche uno dei motivi per cui si trovava difficile resistergli, come alcuni personaggi all’interno dell’appartamento della Veggente sapevano fin troppo bene.

Di Dimitri si sarebbe invece potuto affermare tranquillamente il contrario: ponderato, pacato, combattivo ma sempre con le mani ben strette attorno alle redini dei propri sentimenti, nessuno l’aveva mai visto perdere il controllo o cominciare a sragionare. Era un ottimo capo, perfetto per i City Angels, ma indubitabilmente un tipo freddo, distaccato, a tratti perfino disinteressato.

Eppure, nonostante questa plateale differenza che avrebbe dovuto, in teoria, impedire loro di azzuffarsi, era esattamente questo ciò che stavano facendo, rotolandosi ringhiando e mordendo fra le assi sconnesse del pavimento, abbaiandosi addosso una sequela di insulti dietro l’altra senza soluzione di continuità.

La Veggente, dopo aver appuntato al petto di un raggiante Jake la sua nuova medaglia, fra i soliti grugniti e sospiri di Miguel, aveva poi proseguito annunciando che non le era stato possibile scegliere un vincitore fra City Angels e Mighty Knights, e da lì era scoppiata la rissa, mentre lei, eternamente soddisfatta di se stessa, si sedeva per terra a gambe incrociate, invitando gli altri due capi a prendere un tè in sua compagnia.

Sorseggiando tè ai mirtilli e frutti di bosco da una tazza sbeccata in ceramica rosa con decorazioni di orsetti sul bordo, Miguel gettò uno sguardo ai due litiganti e poi alla Veggente. “Non è che c’è speranza che, se uno dei due o entrambi muoiono, possiamo dividerci noi le loro medaglie e i loro edifici?”

La Veggente ridacchiò, allungandosi a recuperare una zolletta di zucchero dalla ciotolina in plastica azzurra con un enorme elefantino dagli occhi a palla disegnato su un fianco, e poi mandandola giù come fosse stata una caramella. “Naturalmente no, Miguelito,” rispose serenamente, “Perché, c’è qualcosa che loro hanno e che tu vorresti?”

“Be’, le medaglie!” rispose Miguel, un po’ stizzito.

Jake sorrise affabile. “Forse ci farebbero più comodo gli edifici,” ironizzò.

La Veggente gli lanciò un’occhiatina soddisfatta, sorseggiando un po’ del proprio tè. “E se vi dicessi che questa settimana potreste rubarvi un edificio a vicenda, come la prendereste?”[/expand]

Vengono introdotte le missioni “ruba-edifici”; nel giro di furti di edifici, i City Angels guadagnano un edificio, perso dai Magic Sticks, mentre Blood Devils e Mighty Knights lasciano il saldo invariato. Alla fine della settimana, i Mighty Knights si aggiudicano il round.

Classifica: City Angels 11 edifici, Magic Sticks, Blood Devils e Mighty Knights 9 edifici.

[expand title=”Sesta settimana”]Jake stava ormai fissando il vuoto da più di dieci minuti, quando la Veggente sbuffò, rivolgendosi a Miguel e Dimitri. “Lasciamo perdere,” sentenziò infastidita, “Vogliamo proseguire? Gli passerà.”

Miguel si voltò a guardare Dimitri, dopo aver occhieggiato curiosamente Antonio intento a cercare di consolare Jake con poderose ma gentili pacche sulle spalle, dall’altro lato della stanza. “Ma che gli è preso?” domandò, indicando il patetico quadretto con un pollice.

Dimitri scrollò le spalle, concedendosi un ghigno sardonico. “Hanno perso un edificio,” rispose.

“Ah,” annuì Miguel, adesso vagamente divertito, “Nel corso di una battaglia nel quale era quasi praticamente impossibile farlo? C’è del genio,” commentò, voltandosi nuovamente verso Dimitri e poi inarcando un sopracciglio. “Tu comunque mi sembri fin troppo felice, considerando il fatto che la tua bocca in genere è una linea immobile e i tuoi occhi sembrano usualmente privi di vita.

Il ghigno sulle labbra di Dimitri si allargò. “L’hanno perso contro di noi, l’edificio,” rise soddisfatto. 

Miguel batté le palpebre un paio di volte, prima di arrendersi a propria volta ad un ghigno divertito. “Che bastardo,” rise, incrociando le braccia al petto, “Sai che potresti perfino cominciare a piacermi?”

La veggente sbuffò, battendo nervosamente un piede contro le assi sconnesse del pavimento. “Avete finito o no di flirtare?” li rimproverò, prima di sedersi per terra e cominciare a maneggiare i suoi adorati cocci di bottiglia. “Sapete cosa vi dico? State cominciando a divertirvi troppo. Questo è il mio gioco, non il vostro,” concluse con un sorriso, voltandosi a guardare i quattro uomini con aria pericolosa, e costringendoli a deglutire spaventati. “Vediamo se possiamo riuscire a renderlo un po’ più difficile.”[/expand]

Terzo e ultimo turno delle sfide a squadre. I City Angels battono sia i Magic Sticks, sia i Mighty Knights nel recupero della quarta settimana; i Blood Devils battono i Mighty Knights.

Classifica: City Angels 15 edifici, Blood Devils 12, Mighty Knights 12, Magic Sticks 11 edifici.

[expand title=”Settima settimana”]Seduta sul proprio letto a baldacchino – che poi tanto letto non era, dal momento che era più che altro un informe agglomerato di materassi e cuscini appoggiati sul pavimento, sopra i quali scivolava una lunga tenda di seta rosa sorretta in alto da due sottili assi sbilenche – la Veggente contava divertita le medaglie appuntate sul petto di Dimitri, il quale teneva rispettosamente il capo poggiato sulle di lei ginocchia e, sempre molto rispettosamente, la lasciava fare senza muovere un muscolo, sorridendo soddisfatto.

“Be’, a questo punto direi che possiamo anche levarci tutti dalle palle,” borbottò nervosamente Miguel, strappandosi con un certo risentimento le medaglie acquisite col tempo dal gilet di pelle, e gettandole furioso per terra, “Tanto ormai quello che fatto è fatto, no? Cosa continuiamo a combattere a fare se comunque quelli hanno già vinto?”

La Veggente non rispose, continuando a sfiorare le medaglie di Dimitri con la punta delle dita, rigirandosi le ciocche già spettinate dei suoi capelli biondi chiari fra le dita dell’altra mano.

“Ma quella figurarsi se mi ascolta…” ringhiò Miguel, risentito, stringendo i pugni lungo i fianchi.

“Cos’è, fratello, sei arrabbiato?” lo prese in giro Antonio, mentre Jake ridacchiava al suo fianco, “Mi sembra che qui abbiamo tutti motivi per sentirci presi in giro, ma nessuno di noi sta ringhiando come una bestia inferocita come te.”

“Ti conviene tacere,” ululò Miguel, voltandosi a guardarlo con occhi fiammeggianti di rabbia, “O io–“

“O io mi arrabbierò moltissimo,” interloquì finalmente la Veggente, sollevandosi in piedi con grazia e scivolando giù dal letto, per poi sedersi per terra poco distante da loro, intenta a giocare coi suoi cocci di bottiglia. “Chi ha detto che il gioco è finito?”

Jake inarcò un sopracciglio, grattandosi confusamente la testa. “Be’, gli Angels hanno messo le mani su quasi tutta la città, ormai. Non c’è niente che possiamo fare per–“

“Non c’è niente che voi possiate fare per ribaltare la situazione,” ridacchiò divertita la Veggente, “Ma io posso cambiare le regole, e darvi una speranza. Altrimenti sarebbe tutto così estremamente noioso!”

Miguel fu il primo a sedersi a gambe incrociate di fronte a lei. “Parla,” le disse, mentre Jake ed Antonio lo imitavano, prendendo sgraziatamente a calci i peluche ammonticchiati sul pavimento per farsi spazio.

Fu la prima ed unica volta che Dimitri abbandonò l’appartamento sbattendosi la porta alle spalle senza neanche aspettare che la Veggente avesse finito di parlare.[/expand]

La settima e ultima settimana si chiude con la vittoria dei Blood Devils. La classifica finale vede i City Angels con 16 edifici, i Blood Devils con 15 edifici, i Mighty Knights con 12 edifici e i Magic Sticks con 11 edifici. I City Angels vincono il secondo COW-T.

[expand title=”Epilogo”]“Coraggio, fratello,” sospirò Antonio, battendo una pacca sulla spalla del Miguel più ingrugnito che si fosse visto da quelle parti nelle ultima settimane – settimane che, dei grugni di Miguel, erano state intensamente ripiene, il che era dire qualcosa sulla lunghezza e sull’intensità della smorfia immusonita che Miguel stava tenendo caparbiamente su da ormai una quantità probabilmente illegale di minuti, “Vi rifarete, prima o poi, no?”

“Non me ne frega niente di rifarmi!” sbottò Miguel, le braccia incrociate sul petto, voltandosi a guardare con aria severa la Veggente, appollaiata sul davanzale della finestra priva di vetri che dava sul tramonto acceso che inondava di luce rossastra le strade deserte della città, “Lei lo sapeva già che sarebbe andata a finire così! Prolungare la guerra è stato del tutto inutile, un capriccio di una ragazzina annoiata e basta!”

“Miguel, taci, una buona volta,” lo rimproverò Dimitri, apparendo al suo fianco e scoccandogli un’occhiata fredda e severa, le sopracciglia sottili aggrottate, “Tu e la tua gente avete perso. E’ andata così. Accettalo.”

“E poi, conoscendo quella ragazzina, come minimo fra un altro anno si sarà annoiata abbastanza da voler ricominciare il gioco da capo,” suggerì Antonio, conciliante, mentre Jake annuiva partecipe al suo fianco, “Allora potrai riprovarci,” ghignò, “Potremo riprovarci tutti.”

La veggente lanciò ai quattro soltanto un’occhiata distratta, prima di tornare a guardare il tramonto incendiare il cielo. Il piccolo ciondolo sferico trasparente ardeva degli stessi bagliori che scuotevano la volta celeste, e la veggente sorrise, nel ripensare alle parole di Antonio. Sicuramente l’anno prossimo sarebbe stata annoiata abbastanza da riprovarci, è vero. Ma quei quattro non sarebbero stati lì per vederlo.

O forse, lei non sarebbe più stata lì per mostrarlo a loro.[/expand]

Avvenimenti successivi

I City Angels hanno assunto il controllo della maggioranza delle attività criminali di Aimatopolis, che nel giro di poco tempo è tornata a buoni livelli di ricchezza. Dimitri ha stretto un’alleanza strategica con Miguel, mentre Antonio e Jake hanno sgombrato il campo dedicandosi ad altre attività.

Poco dopo la fine della contesa, Nonna Giovanna ha espanso in molte Lande del Multiverso il suo impero commerciale, trasformando “I Meloni di Nonna Giovanna Frutta e Verdura” in una holding leader nell’industria agroalimentare. È anche main sponsor di Lande Di Fandom.

La Landa è stata rivisitata da Manila durante il COW-T #3.5.

A seguito degli eventi del settimo COW-T Aimatopolis è stata completamente distrutta; molte sono state le vittime, tra cui Nonna Giovanna, mentre i sopravvissuti sono stati evacuati nelle altre città della Landa o si sono spostati su altre Lande.

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