#COWT 10: il mega-riassuntone delle puntate precedenti (parte 3/4)

Ed ecco a voi la terza parte del riassuntone del nostro COWT, così da mettervi al passo con gli avvenimenti principali della trama e avere una guida di riferimento nel caso in cui nella trama di quest’anno apparissero cose che ormai diamo per scontate.

Vi ricordiamo che le iscrizioni del COWT 10 sono ancora aperte, ma solo fino a domani, e che sono accettate solo di quattro in quattro – in caso contrario dovrete attendere il ritiro di un altro partecipante! https://www.landedifandom.net/cowt10-iscrizioni/

In questa terza di quattro puntate seguiremo l’ascesa di Celes, il venticinquesimo Veggente, e la sua missione di salvataggio del Polyverso, negli avvenimenti accaduti nelle edizioni sei e sette; nella prossima, che uscirà domani, riassumeremo invece la guerra contro Celestia, dipanatasi per ben due edizioni, l’ottava e la nona.

Alle 21:30 di domani, appuntamento su Slack per conoscere i capisquadra di questa edizione!

Parte 3/4 – Celes
(la parte di mezzo della nostra storia)

Dall’unione di Manila e Metacomet dell’Incanto era nata una splendida bambina. La gravidanza non era stata facile, proprio come quella di sua madre, ma la bambina era stupenda e perfetta, e Manila volle imporle il nome delle profondità azzurre del cielo di Tanit, che aveva contemplato ogni giorno nel rimpianto di non poterlo più raggiungere e superare a proprio piacimento. (Qualche volta era fuggita, d’accordo, ma sempre attenta a non esagerare: non voleva dare a Lacros il pretesto per rinchiuderla nelle sue stanze senza poi poter ottenere ciò che entrambi desideravano molto, ma senza poterlo ottenere.) Come pure celeste era lo stemma della casata di Metacomet, che le aveva offerto il suo aiuto. Per il nome della casata, in spregio a un’altra delle convenzioni che si premurava sistematicamente di violare, aveva scelto quella di Vesper.

Celestia del Crepuscolo, la venticinquesima Veggente.

Se pure non era ancora possibile quantificare il potere della neonata in rapporto a quello, immenso, di Manila, la bambina ne aveva senz’altro da vendere, e la stirpe delle Veggenti, le protettrici del Polyverso, sarebbe proseguita per un’altra generazione.

La bambina crebbe sana e curiosa come sua madre, e forse altrettanto ribelle: Manila si stupiva di quanto fosse difficile crescere quella figlia che le somigliava d’aspetto fino a un certo punto, ma tantissimo nel carattere; difficile da piegare, testarda fin oltre ogni possibile ragionevolezza, la ragazzina si tuffava a capofitto anche nelle imprese meno consone a una giovane principessa.

La ragazzina odiava il proprio nome con tutta sé stessa. E in verità, la ragazzina odiava non poco anche sé stessa, o quantomeno l’immagine che era costretta a dare a corte, davanti agli istruttori magici, ovunque. Si fece pochi amici, quei pochi che accettavano di chiamarla con il nome che si era scelta.

Il compimento dei suoi quindici anni non sarebbe mai arrivato abbastanza presto, per Celes. Manila fu assai rattristata nel veder partire quella figlia che voleva essere chiamata figlio, assai meno dal taglio ribelle di capelli che aveva eseguito con la magia un attimo prima di lasciarla e partire per l’Accademia Magica di Titania – una delle sue eredità.

Celestia era difficile da capire. Celes era molto più facile da capire, ma le sarebbe occorso del tempo per studiarlo.

~

La frequentazione dell’Accademia sconvolse la vita di Celes in modi che neppure si aspettava. Lo shock per non poter essere assegnato a una delle quattro Casate, al suo arrivo, si sommò a quello della gara che la Preside Millicent Flowerbloom, a sua volta riconosciuta dalle popolazioni delle Lande come grande Veggente (e come ancor più grande ciarlatana), indisse per lui.

Certo, Helena della casata di Scudoscuro era una ragazza piacevole, generosa e collaborativa, e Nox da Lunacciaio era… normale, anche se troppo immerso nelle sue statistiche. Soprattutto, lo avevano accettato all’istante non per cos’era, ma per quel poco che desiderava essere, almeno fino a quando non avrebbe capito cosa desiderava.

Helena e Nox, però, erano le uniche due persone che si potessero definire normali nell’intera Accademia. Negli altri due campioni delle rispettive casate, in Shannen di Alaverde, che pure conosceva già di vista, e in Langley di Ombrarossa… no, non c’era niente di normale. Per esempio, Shannen l’avrebbe preso volentieri a schiaffi in quasi ogni istante, e se avesse previsto che meno di quattro mesi dopo si sarebbe mezzo soffocato per averlo baciato troppo a lungo, avrebbe concluso di essere un Veggente ancora più scarso di quanto già non credesse. E Langley… andiamo, un ragazzo per un quarto vampiro poteva mai essere normale? Un ragazzo che, per giunta, come unica e straordinaria missione nella vita aveva quella di andare a letto qualsiasi essere vivente umanoide nel raggio di cinquanta miglia? Un ragazzo così bello che si poteva solo essere sollevati dal fatto che fosse anche straordinario a letto?

E d’altronde, cosa c’era di normale in quell’Accademia? Già era una scuola magica, e questo era già il primo sintomo di allarme. Le House Lady, a capo delle quattro Case? Lady Violet era figlia dell’incesto di due nobili, fratello e sorella della casata d’Harlequin, in quel di Leda; Lady Emeraude era un angelo di Titania, così fuori dal pensiero comune da essere scoraggiati dalla sua innocenza; Lady Bluebell era figlia di una ninfa e di uno spirito della fonte, completamente fuori di melone, sempre pronta a farsi ammazzare da una a caso delle creature fuori dai confini sicuri dell’Accademia; e Lady Ruby era la figlia adottiva di Antonio e Jake, due ex-criminali di Nocturnia, sempre pronta ad ammazzare una a caso delle creature che minacciavano Bluebell.

La vicepreside Kaja Reginleifsdóttir, per non essere da meno, di genitori ne aveva addirittura tre, e quando la Preside spiattellò quel segreto a tutta la scuola con la sua soave deficienza Celes aveva represso un brivido: Metacomet era rimasto zio Meta anche quando aveva appreso di essere suo figlio biologico. C’era andato vicino ad avere anche lui una famiglia disfunzionale anche nella forma, e non solo nella sostanza.

Ed era stato solo l’inizio. Celes passò brutti momenti, e ne passò di belli. La sfera di cristallo continuava a restare muta, impedendogli di definirsi per quello che era di nascita, e di accettarsi per quello che realmente era. Ma quando frequentò la prima lezione di magia metamorfica, capì che era quella la strada che doveva seguire, e che la Vista dentro di sé continuava a indicargli senza che lui potesse capirlo.

E alla visita estiva da parte dei genitori, mentre tutta la scuola ammutoliva per l’arrivo della straordinaria Veggente, avvolta in veli color pesca e incoronata da gemme preziose, si sentì solo una voce squillante, estatica e commossa insieme.

“Oh, Celes, come sei cresciuto!”

Il sorriso di Celes fu enorme e sincero. Quattro anni sarebbero passati in un lampo.

~

Shannen e Langley restarono nell’Accademia oltre i termini previsti per il diploma, per poter rimanere al fianco di Celes: ogni tanto Shannen tornava su Tanit per assolvere ai doveri che il suo rigido e oltremodo ricco padre gli calava a mo’ di fardello (e, in seguito, per assolvere ai doveri conseguenti alla sua dipartita, una grande liberazione per loro tre e tutta la Landa), e a volte la preside Flowerbloom assegnava a Langley compiti di pattuglia dei confini dell’Accademia, ma Celes non fu mai lasciato solo da loro. Erano una famiglia, la sua famiglia.

Zio Lacros non ne fu felice.

Con un certo sforzo, il Sommo Priore di Tanit aveva accettato ciò che Celes aveva fatto di sé stesso, il primo Veggente maschio della storia – ed era già abbastanza per trarne cattivi presagi. Ma i rapporti a tre, no e poi no: tutte le Leggi di Tanit lo proibivano, e avrebbe esposto la Corte a un netto rifiuto se avesse osato cambiare quella specifica norma per meri capricci di letto. Celes avrebbe dovuto sceglierne uno, o nessuno del tutto, ed era già una grande concessione permettergli di mantenere un amante prima ancora di avere un consorte. E, peraltro, quel consorte avrebbe dovuto essere Shannen, che almeno proveniva da una prestigiosa famiglia di Tanit: da un essere per un quarto vampiro e un Veggente in piena transizione non ci si poteva certo aspettare degli eredi.

Celes non ne fu felice, ma c’era tempo prima che fosse davvero costretto a scegliere. Doveva essere una giornata di festa, la prima contesa arbitrata da Celes in qualità di Veggente. Ogni cosa era stata predisposta in tal senso: il palco nei giardini del Palazzo d’Estate, le delegazioni di ben quattro Lande del Polyverso, la televisione di stato con la conduzione della famosa anchorwoman di stato Soriana Titutita. La pressione sotto controllo del Sommo Priore Lacros, la sorridente figura della Veggente Regnante pronta al suo discorso di benedizione.

In quel momento avvenne l’attentato alla vita di Manila, e quella che avrebbe dovuto essere un periodo di lotta senza quartiere tra fazioni, nemiche solo per il tempo necessario a concluderlo, diventò una missione di salvataggio, con una manciata di giorni di tempo per salvare la vita più importante per l’equilibrio del cosmo, e il Cristallo che concentrava tutte le forze del bene. Quattro spedizioni esplorarono il Polyverso in lungo e in largo, per ordine della Regnante facente funzione Vesper del Crepuscolo, del Veggente in carica Celes e del Sommo Priore Lacros. E altre, più o meno importanti, perché si decise di non lasciare nulla di intentato.

Abilene dell’Angelo e Ailin Oltre-le-nuvole toccarono la selvaggia Tshivinzemlya per chiederle l’impetuosa magia, visitarono la Bibliotecarcana di Titania per ottenere la forma entro cui racchiuderla, e si fermarono sulla Landa senza limiti, Volqaria, per imbrigliarla in una forma che potesse salvare la vita di Manila. Ma dimenticarono un elemento catalizzatore, e l’insaziabile vortice di magia, il Manastroem, lo individuò nella stessa Abilene: la sua scintilla da Viaggiatrice si accese, e da allora e per sempre fu la fata della Vita.

Cyprian della Spada e Clun Kemrit si recarono sulla Landa natale di quest’ultimo, la geniale Qides, per creare un certo marchingegno che permettesse loro di tornare indietro nel tempo. Visitarono Upper London, la maggiore città fluttuante di una Terra decisamente alternativa, per perfezionarla più in fretta, ma la criminale dei cieli Daniela McOyster la rubò, e scatenò la polizia di Floatland Yard contro le vittime del suo furto. Trovarono aiuto in una piratessa dei cieli, Brandi Fiffi McFiffens III, in una coppia di gatti (Pazuzu, che poteva parlare, e Tasha, che non ne aveva bisogno), e nella ladra di nuvole Lalla Sandiego. Trovarono anche l’amore, l’uno nell’altro. E l’amore di Clun per Cyprian accese la sua scintilla da Viaggiatore, rendendolo un Cavaliere.

Metacomet dell’Incanto e Mickal Nogarsson andarono alla caccia dei più potenti artefatti del loro multidimensionale universo. La terra natale di Mickal, l’orgogliosa Ysmaros, era in prima linea e tra le Lande più esposte all’assalto del male, ma resistette più che poté, e sebbene pagò un prezzo altissimo non cadde; Glaevia, un giardino meraviglioso con una sola entrata e senza alcuna uscita, non fu abbastanza per bloccarli, quando Metacomet accettò il destino mai compreso di Mago e lasciò che il potere di una vecchia amica fluisse in lui.

Altrove, l’Accademia di Titania, un altro dei mondi di confine, fu salvata dalla tenacia della sua Preside, che non avrebbe permesso a una cosa così insignificante come il Male di mettere piede nella sua scuola, e dall’arrivo di Shannen di Tanit e Langley di Nocturnia-che-fu, infusi del potere di Celes, che aveva condiviso il proprio potere, in un atto contro ogni regola, con i nuovi guardiani dell’Esercito della Luce.

Anche la compagnia di Vibidius Jourtas Retis, incantatore, pozionista e accompagnatore notturno, fu quantomai affollata. Partito con l’insopportabile Sommo Priore Lacros e il suo ipocondriaco consorte, Laenton dell’Alba, aggiunse con riluttanza al suo gruppo la pozionista Bluebell, che non si sarebbe trovata a suo agio nemmeno a casa propria, e l’avventuriera Ruby, che sembrava perfettamente a suo agio nel mezzo della guerra magica che devastò Nocturnia-che-fu, la Landa sulla linea di fuoco della magia impazzita. Anche Dimitri, spiegate le sue ali angeliche appena trovate, e Miguel, rivelatosi invece per l’angelo caduto che era sempre stato, combatterono in prima linea in nome della Veggente. La loro difesa cadde, infine, e Giovanna Karampelas, la geniale imprenditrice, si rivelò per quello che realmente era: la più potente strega di Nocturnia-che-fu, in grado di fermare l’assalto di quelli che una volta erano semplici criminali al soldo delle bande di Aimatopolis, e che adesso erano creature mutate e senza speranza. Il doloroso sacrificio di Giovanna permise al gruppo di mettersi in salvo, mentre di Dimitri e Miguel, per lungo tempo, non si ebbe più notizia.

Alla fine, Celes ebbe bisogno dell’aiuto di tutte e quattro le spedizioni. La macchina del tempo di Clun, il totem magico di Mickal, la pozione protettiva di Vibidius, e la vorace magia di Ailin, tutto fu necessario per salvare la Veggente e per rivelare il vero nemico: una creatura d’ombra, lontana nel tempo e nello spazio, la cui influenza fu spezzata a malapena dal nuovo potere di Celes. Manila fu salva, la difesa del Polyverso fu ripristinata. E Celes, sopendo fino a momenti migliori i propri propositi di vendetta, si preparò finalmente a celebrare degnamente la sua ascesa alla carica.

#COWT 10: il mega-riassuntone delle puntate precedenti (parte 2/4)

Ecco la seconda parte del riassuntone del nostro COWT, così da mettervi al passo con gli avvenimenti principali della trama e avere una guida di riferimento nel caso in cui nella trama di quest’anno apparissero cose che ormai diamo per scontate.
Vi ricordiamo che le iscrizioni del COWT 10 sono ancora aperte, ma solo fino a domenica! https://www.landedifandom.net/cowt10-iscrizioni/

In questa seconda di quattro puntate riassumeremo la storia di Manila, la ventiquattresima Veggente, protagonista delle edizioni dalla prima alla quinta; nella prossima seguiremo l’ascesa di Celes, il venticinquesimo Veggente, e la sua missione di salvataggio del Polyverso, negli avvenimenti accaduti nelle edizioni sei e sette; e nella quarta la guerra contro Celestia, dipanatasi per ben due edizioni, l’ottava e la nona. Tutti gli episodi saranno online entro domenica.

Parte 2/4 – Manila
(l’inizio della nostra storia)

Manila, figlia secondogenita della Veggente Melaka e del Cavaliere Killeen del Martello, rappresenta la ventiquattresima generazione di discendenti della Prima Veggente. Già discendente di una madre insolitamente potente rispetto alla profezia, ha dimostrato fin dalla nascita enormi poteri magici.

Dopo cinque anni in cui aveva rispettato il volere della madre – viaggiare liberamente tra le Lande, tornando però ogni estate su Tanit – a vent’anni abbandonò il suo pianeta dopo aver rovinato la festa di fidanzamento di suo fratello maggiore Lacros con l’apprendista cerusico di corte, Lænton dell’Alba.

Fuggendo dopo un litigio con la preoccupata madre, Manila si ritrovò su Titania, una delle Lande più ricche di magia del Polyverso, dove quattro popolazioni – una gilda di maghi, un esercito di cavalieri, una schiera di angeli e un covo di vampiri – avevano fondato altrettanti insediamenti, e rivendicavano il diritto di supremazia sulla zona rispetto agli altri.

Manila ne fu affascinata: aveva vissuto il conflitto sulla propria pelle, ma non aveva capito quanto quel conflitto facesse parte dell’animo degli esseri viventi. Decise perciò di stimolare le quattro fazioni offrendo ciò che nessuna di loro poteva sperare di ottenere da sola contro le altre tre: il predominio sulla fertile vallata e sull’ampio porto naturale ad essa prospiciente, e il suo fondamentale appoggio. A nessuno sfuggiva chi fosse la Veggente, e nessuno si risparmiò per conquistarne i favori: furono i cavalieri a trionfare, ma nella loro equanimità permisero a tutti di mantenere i propri insediamenti e chiesero loro di fondare, tutti insieme, una scuola per insegnare la magia e il cavalierato, e ogni forma di potere potessero condividere angeli e vampiri con loro. Nacque così l’Accademia Magica di Titania.

Manila ne fu soddisfatta, e si spostò su una nuova Landa. Minthe era selvaggia e prorompente, e abitata da quattro popolazioni umanoidi intelligenti: Suthi, Crest, Faràs e Phade, prima ostili l’uno all’altra, furono spinte da lei a una contesa rituale, per il diritto a regnare sulle altre tre in pace e prosperità per un periodo di cinque anni. Furono i Crest a vincere, sebbene la loro mossa a sorpresa sul finale indispose la Veggente, che abbandonò il pianeta e il capo dei Crest, che l’aveva amata nelle ultime settimane della sua permanenza. Con un gesto di stizza, la Veggente attivò involontariamente il pieno potere del Cristallo, e quando ne riprese il controllo erano passati quasi cinquant’anni per qualsiasi Landa esistente, a eccezione di Tanit.

Sconvolta per l’entità di quanto era riuscita a fare, Manila fuggì e si rifugiò ad Aimatopolis, l’ultima città a non essere ancora caduta totalmente nelle mani delle quattro bande criminali che imperversavano sulla Landa di Nocturnia; si imbatté subito in Giovanna, una maga insolitamente potente che, come lei, aveva trovato un’oasi di pace in mezzo alla guerra. Sporadicamente Manila iniziò a intervenire magicamente nella già strisciante guerra tra bande, e dopo un anno, le quattro bande erano pronte a darsi battaglia per il controllo di Aimatopolis. Furono i City Angels di Dimitri Christopolous ad aggiudicarsi la vittoria e il controllo della città, con grande scorno del suo arci-rivale (e poi amante) Miguel Luz, e degli altri capibanda Antonio Cavalieri e Jake Wand. Nonna Giovanna prese spunto per ampliare nel Polyverso il suo impero commerciale, e trasformare insieme alle sue figlie Ludmilla, Devina e Floriana il suo negozio “I Meloni di Nonna Giovanna Frutta e Verdura” in una multinazionale leader dell’industria agroalimentare.

Frattanto, sulla Landa di Leda, frantumata in una quarantina di regni, ducati e repubbliche, quattro nazioni, capeggiate da altrettanti condottieri, iniziano a predominare sulle altre. I quattro, Artémis d’Harlequin-Mauilly, Forseti Solensson, Marina Rojas Muñoz e Cesare Icore erano già destinati a scontrarsi in una complessa partita politica che aveva come premio l’intera Leda, ma l’arrivo della Veggente ad arbitrare la contesa l’ha resa una guerra a tutto campo, vinta a fatica dalla federazione delle repubbliche nordiche guidata da Solensson.

Al termine della contesa, però, Manila si ritrovò di fronte suo fratello, quasi identico a come lo ricordava sebbene più anziano, più rigido e più fastidiosamente bello, anche nell’espressione funerea che le portava la notizia peggiore: non la morte della madre, che aveva amato ma che era riuscita ad offendere, ma la perdita della sua libertà, il bene più prezioso che possedesse.

Il resto è storia. Il popolo di Tanit ama la consorte della Regina, Vesper del Crepuscolo, ma è perfettamente a conoscenza dell’esistenza degli amanti reali: il mago Metacomet dell’Incanto, il padre biologico dell’attuale Veggente; la famosa Abilene dell’Angelo, una delle intrattenitrici più note del regno e attualmente Fata della vita; e il cavaliere Cyprian della Spada, che ha lasciato la corte solo di recente e – si dice – in ottimi rapporti. Le nobilissime e antiche casate di Tanit potranno anche essere inorridite di fronte ai comportamenti libertini della Veggente Regnante (e non tutte lo hanno fatto, complici non pochi scheletri nei propri guardaroba personali), ma le loro voci sono deboli e, soprattutto, poco supportate dal popolino, che sospira di piacere nei confronti di una Regina il cui unico peccato è amare troppo.

#COWT 10: il mega-riassuntone delle puntate precedenti (parte 1/4)

Come da tradizione, vi proponiamo il riassunto delle puntate precedenti del nostro COWT in versione aggiornata, così da mettervi al passo con gli avvenimenti principali della trama e avere una guida di riferimento nel caso in cui nella trama di quest’anno apparissero cose che ormai diamo per scontate.

E naturalmente anche per invogliarvi a iscrivervi (o reiscrivervi): vi ricordiamo che le iscrizioni del COWT 10 sono ancora aperte, ma solo fino a domenica! https://www.landedifandom.net/cowt10-iscrizioni/

In questa prima di quattro puntate, ricostruiremo a grandi linee la mitologia del nostro Polyverso; nella seconda riassumeremo la storia di Manila, la ventiquattresima Veggente, protagonista delle edizioni dalla prima alla quinta; nella terza l’ascesa di Celes, il venticinquesimo Veggente, e la sua missione di salvataggio del Polyverso, negli avvenimenti accaduti nelle edizioni sei e sette; e nella quarta la guerra contro Celestia, dipanatasi per ben due edizioni, l’ottava e la nona. I quattro episodi saranno tutti online entro domenica.

Parte 1/4 – Antefatto
(prima dell’inizio della nostra storia)

Alle origini del tempo, un pianeta al centro dell’universo era fonte di tutta la magia esistente, a disposizione di tutti i suoi abitanti. Alcuni di loro ne abusarono, attingendo alla magia per ottenere potere, utilizzandola per alterare il proprio corpo e le proprie menti: la mitologia li ricorda come i Titani, e l’equilibrio di quel pianeta e dell’universo fu in grave pericolo. Per fermarli, i maghi più potenti ancora liberi si unirono in una grande Alleanza, superando le loro divergenze e la loro diffidenza.

A seguito degli atti finali di una catastrofica guerra durata sette giorni e sette notti tra i Titani e l’Alleanza, il tessuto spazio-temporale di quello che fino ad allora era stato chiamato “universo” fu lacerato, portando alla creazione di una realtà alternativa; nessuno degli esseri magici dell’Alleanza poté o volle intervenire, e con il tempo le realtà alternative si sono moltiplicate, alcune nascendo dall’universo originale, altre da una delle sue repliche. Una sola cosa è in comune tra tutte le realtà: pochissimi pianeti – spesso soltanto uno – per ciascun “universo” sono in grado di ospitare la vita.

Correntemente si fa riferimento a Fandom, o a Terra #0, come all’universo originale e al pianeta al centro di quell’universo, e a ciascuna delle realtà alternative come alle Lande. L’universo in cui vivete voi viaggiatori è definito Terra #1. L’insieme degli universi è quindi noto come “le Lande di Fandom”, o “Polyverso”.

Anche se i Titani furono sconfitti ed esiliati, lo stesso Fandom non rimase indenne: due dei cinque continenti del pianeta si inabissarono, mentre gli altri furono stravolti dalla furia della natura violata e dalla potenza della magia. La quasi totalità della popolazione vive sull’unico continente rimasto relativamente intatto, Auseria, mentre Aniocea vede piccole spedizioni coloniali atte a preservarne la natura incontaminata.

A conquistare la vittoria per l’Alleanza fu l’arrivo di un’ultima maga di grande potenza, che sfidò a duello Vergathos, il Titano immortale: con un incantesimo che alterava l’essenza stessa della magia, trasformò il corpo del Titano in un arco di pietra, lasciando che la sua magia – ormai priva di significato – vorticasse al suo interno senza alcun senso. In quell’istante, la maga ebbe la prima di innumerevoli visioni del futuro, e comprese che l’universo era ormai molteplice: temendo il suo potere e quello degli altri maghi dell’Alleanza, si impose volontariamente l’esilio, rifugiandosi in una Landa alla periferia del Polyverso: Tanit, che da allora fu la sede della stirpe delle Veggenti.

A ulteriore precauzione, la Prima Veggente (di cui nessuno conosce o tramanda il nome, neppure la stessa stirpe delle Veggenti) trasferì la quasi totalità dei suoi poteri in un artefatto, un pendente di cristallo su cui impresse tre incantesimi: il primo imponeva che solo i discendenti di una Veggente avrebbero potuto utilizzare il Cristallo; il secondo, che il Cristallo sarebbe stato un occhio aperto verso gli altri universi; e il terzo, che il Cristallo avrebbe permesso alla sua proprietaria di viaggiare tra i mondi anche senza utilizzare la magia. La Veggente predisse altresì che avrebbe avuto una figlia, con meno potere magico di quanto ne avesse avuto lei, e che per altre ventidue generazioni il fardello della magia sarebbe stato sempre meno gravoso.

Altri tre maghi dell’Alleanza decisero di seguire l’esempio della Veggente e di esiliarsi dal Polyverso: provarono a sanare la lacerazione spazio-temporale, ma fallirono, perciò decisero di unirsi un’ultima volta e di lanciare un incantesimo per proteggere tutte le Lande da un ritorno della magia dei Titani. Fu un incantesimo troppo vasto per le loro conoscenze, e rischiarono di morire, ma l’occhio del Cristallo si aprì su di loro, e la Veggente aggiunse un quarto incantesimo al suo potente artefatto: trasferì l’incantesimo di protezione dai tre maghi al Cristallo, rendendolo la difesa di tutti gli universi. Finché il Cristallo fosse stato intatto, nessuna forza malefica avrebbe potuto tentare la conquista di tutti i mondi.

I tre maghi pagarono un prezzo altissimo per il loro generoso incantesimo, ma non con la morte: il loro sonno durò mille anni, e quando si svegliarono il loro Polyverso era cambiato per sempre. La lacerazione era ormai insanabile, generazioni di Veggenti si erano succedute alla prima, e le Lande si erano moltiplicate. I tre decisero dunque di dividersi: Aef, la suprema guaritrice delle Lande, si insediò su Fandom sotto mentite spoglie, sorvegliando le vestigia dei Titani affinché nessuno provasse a carpirne i poteri; Ziliz, la strega oscura dei fiumi, preoccupata di non aver mangiato – letteralmente – per secoli, iniziò un viaggio tra i mondi alla ricerca delle leccornie più prelibate; e Woom, lo sciamano dei mari, cedette all’avidità della conoscenza e partì alla volta dell’esplorazione di quei mondi sconosciuti. E nessuno vide i tre maghi per molto, molto tempo.

#COWT10 – the Clash Of the Writing Titans: TAKE 10 – Iscrizioni

Nella più profonda e antica delle notti, l’Esistenza era unica e identica in ogni punto, un minuscolo puntino di luce che istante dopo istante si espandeva fino a scacciare ogni ombra, per poi ritirarsi nella forma di uno sconfinato mantello di luci. Lentamente, nacquero forme di vita in quella distesa di luce e di vuoto – esseri che attingevano alla prima luce, all’origine stessa della magia, per compiere miracoli e creare altra vita; molto meno lentamente, quelle stesse forme di vita si scagliarono l’una contro l’altra, al fine di accrescere la propria luce e spegnere quella degli altri. Molte di esse sono ricordate come divinità da alcuni, come abomini da altri, come messaggeri di speranza e di devastazione. 

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#COWT9 – Cerimonia di Chiusura

Cyprian forza Celestia sulle ginocchia, tirandole le braccia dietro la schiena per bloccarla con una corda ruvida la cui treccia di fibre brilla rossa di sangue e magia. Il fango dell’arena le si appiccica ai vestiti, le imbratta le ginocchia, penetra nei tagli sulla sua carne e le accende sottopelle un fuoco che brucia appena un po’ meno della rabbia per la sconfitta subita.

“Eccoci dunque qui, Veggente in carica,” dice Jyx, rassettandosi la sciarpina attorno al collo, “In ginocchio e sottomessa, come la volevi. Ora, per tutti gli dei di questa e di tutte le altre lande, poniamo cortesemente fine a questo ridicolo teatrino, così che ognuno di noi possa tornare a percorrere la propria strada.”

Celes si volta appena a scambiare un’occhiata densa di significato con Hush, la quale, a qualche metro di distanza, rigida e tesa al fianco di Knight, lo fissa con intensità, gli occhi carichi di determinazione. Questa ragazzina, che solo pochi mesi prima si è guadagnata il diritto di scegliere del destino di Celestia, al suo arrivo su Tanit non era che una bambina piagnucolosa e capricciosa. Oggi, al pari di tutti gli altri, si è distinta nel corso di una battaglia che ha richiesto da lei un contributo ben più profondo del semplice sangue. Al fianco della sua donna ha combattuto senza esclusione di colpi, armi e magia al servizio di un bene superiore, e come lei chiunque altro. La coraggiosa Knight dall’impareggiabile forza, il silente Melek con la sua profonda conoscenza dell’anima intrinseca di ogni elemento del cosmo, il potente Jyx dallo spirito eterno, e come loro anche tutte le altre figure che hanno collaborato a conseguire questa vittoria, suo padre Metacomet, la sua matrigna Vesper, zia Abilene, zio Cyprian e il giovane Clun, l’imbattibile Ailin, Miguel e Dimitri, Jake e Antonio, nonna Giovanna…

Celes stringe i pugni con forza tornando a guardare Celestia.

“Eccoti qui.”

“La tua altra metà,” gli ricorda Melek.

“La mia metà peggiore.”

“La tua altra metà,” insiste sua madre, appoggiandogli una mano sulla spalla.

Celes decide di non rispondere. Si allontana da lei con delicatezza, invece, inginocchiandosi di fronte a Celestia, scrutandola negli occhi.

“Dimmi come,” ordina, “Dimmi come sei possibile.”

“Non lo so,” ribatte lei, rifiutandosi di ricambiargli lo sguardo. È esausta, si vede. Sfibrata. Quello che non le ha tolto lo scontro, le hanno portato via le ultime parole di Manila. La donna che considerava sua madre. La donna che ha deciso di abbandonarla per il suo altro figlio. “Quando mi hai rifiutata, con la stessa semplicità con cui mi hai buttata fuori dal tuo corpo, così io sono nata.”

“Non è stato semplice.”

“Permettimi di dubitarne,” insiste lei, tagliante, “Se fosse davvero stato così difficile, non l’avresti fatto. Mi avresti accettata.”

“Io non volevo accettarti.”

“E io non potrò mai accettare questo,” risponde Celestia, voltandosi finalmente a guardarlo, negli occhi un ultimo bagliore, l’ultima fiamma prima che il fuoco si estingua. “Quindi facciamola finita.”

Celes digrigna i denti e poi scatta ad afferrarle la gola, stringendola forte con entrambe le mani. “Tu non hai il diritto di stabilire come e quando questa cosa avrà fine!” urla, “Non avevi il diritto di nascere! Non avevi il diritto di esistere! E adesso che esisti, che so chi sei e perché sei così, cosa ti aspetti da me?!”

“Celes!” lo chiama Manila, ma lui la ignora.

“Io non voglio ucciderti!” grida ancora, stringendo la presa attorno alla sua pallida gola.

Celestia nemmeno reagisce. Espone il collo, piegando il capo all’indietro, una cascata di riccioli rossi incrostati di fango e sangue che le si sparge sulle spalle. Si sottomette senza proteste, ed è questo che porta Celes a mollare la presa.

“Celes!” grida a questo punto anche Hush, che vede l’esecuzione allontanarsi. Knight la ferma prima che possa fare un passo, scuotendo il capo.

Celes si accorge a malapena di tutto ciò. Delle voci dei suoi amici e alleati, dei loro movimenti. I suoi occhi, concentrati su Celestia, non vedono altro. Le sue orecchie non sentono altro. Tutto il suo intero corpo non è in grado di percepire niente di diverso.

“Dimmi,” intima, “Se ti lascio andare adesso, cosa farai?”

Lo sguardo di Celestia torna ad accendersi, mentre scoppia in una risata incattivita e selvaggia. “Tu provaci!” quasi grida, “Provaci solo a lasciarmi andare! Inseguirò te e chiunque ami finché non vi avrò schiacciati sotto il mio tallone! Vi prenderò nel sonno! Non vi lascerò più niente, neanche la vita!”

La sua voce si spegne in un rantolo esausto, e lei china il capo in avanti, le spalle scosse dai singhiozzi.

Celes capisce. Da qui non c’è più ritorno. Qualcuno deve porre la parola fine su questa vicenda, e tocca a lui.

Le prende la testa fra le mani. Stringe forte e chiude gli occhi. Dai suoi palmi, che istante dopo istante si fanno incandescenti, si sprigiona una luce fortissima. Magia pura che si concentra, che penetra nelle fibre, attraverso la pelle, distruggendo i muscoli, frantumando le ossa.

Con un ultimo grido disperato, Celestia diventa polvere. Celes la guarda accumularsi in una piccola montagnola di fronte a lui.

Potrebbe raccoglierla. Invece, aspetta pazientemente che la disperda il vento.

Jake lo disturba solo dopo un eterno silenzio. “Ohi,” dice, “Di loro cosa ne facciamo?”

Le quattro guerriere di Celestia giacciono in terra, prive di conoscenza, insieme alle loro bestie. L’unica che sembra ancora padrona di sé stessa, almeno per un istante prima di svenire, è la giovane Ahm-Gi, ancora talmente carica di magia da brillare come il firmamento. Secondo le regole della Æthereal Rumble, è l’ultima a chiudere gli occhi ad essere decretata vincitrice della competizione. Celes si domanda se, quando sarà tornata in sé, questa vittoria avrà per lei ancora lo stesso senso che avrebbe avuto prima che tutto questo accadesse.

Poi si riscuote, e scuote il capo. “Queste donne sono innocenti,” dice, “Se hanno agito come hanno agito, lo hanno fatto solo perché guidate da Celestia. Spiegheremo loro la situazione, quando si saranno ridestate. Cureremo le loro ferite e risaneremo le loro invocazioni. Le condurremo alle loro Lande di appartenenza. Dopodiché, non saranno più affar nostro.”

“Perdona, giovane Veggente,” si intromette Melek, la voce di chi parla perché deve, non solamente perché può, “Ma sento che la loro parte nella Storia non si è ancora conclusa.”

“E questo ce lo dirà il tempo, e allora saranno loro a decidere che ruolo vorranno assumere,” risponde Celes, quasi stizzito. Si alza in piedi e, quasi nello stesso movimento, si copre il volto con le mani. “Sono esausto,” dice, la voce che trema appena.

Sua madre gli si avvicina, stringendolo in un abbraccio di una tenerezza estrema, nonostante la goffaggine causata dal suo ventre gonfio. “Andiamo a casa, mio Prezioso,” sussurra, accarezzandogli il collo, “Lì potrai riposarti.”

Appoggiandosi a lei perché lo sostenga come sempre ha fatto in passato, Celes annuisce.

*

Due mesi dopo, Celes è nuovamente al fianco di sua madre. Le stringe forte la mano sinistra, mentre alla sua destra suo zio Lacros fa lo stesso con l’altra mano libera. Entrambi la incitano e la sostengono mentre supera l’ennesima prova imposta dalla sua natura al suo corpicino da fata: suo fratello sta per nascere, e il cuore di Celes batte all’impazzata.

Quando il bambino, finalmente, viene alla luce, è Lænton a prenderlo in braccio per primo. Sorride dolcemente, ripulendolo ed avvolgendolo in una morbida coperta di lino, prima di consegnarlo fra le braccia di sua madre.

“È un maschio,” dice, “Congratulazioni. A entrambi,” aggiunge, avvicinandosi a suo marito per baciarlo teneramente sulle labbra.

Lacros scoppia in una risata che trema come pianto, ricambiando il bacio per poi chinarsi su Manila e stringerle le spalle in un abbraccio infuocato. “Ti amo,” le sussurra sul collo, “Ti adoro. È così piccolo. È così bello.”

“Ti assomiglia,” ride lei, premendo il naso contro la sua guancia prima di voltarsi a guardare il nuovo nato. “Benvenuto, mio Eterno,” gli sorride, accarezzandogli una guancia, “Il tuo nome è Calico. Colui che protegge. Vivrai una vita lunga e piena. Che tu possa essere forte. Che tu possa essere pietra. Che tu possa essere scudo,” conclude, chinandosi a baciarlo sulla fronte.

Calico ha un faccino serio e composto, un broncio di pesca che, Celes immagina, è già l’anticipazione di ciò che sarà la sua espressione quando, fra molti anni da adesso, sarà nominato Sommo Priore al posto di un padre che nessuno dovrà mai sapere suo.

Mentre sorride, si allunga ad accarezzarlo, e sua madre glielo offre come un dono. “Vuoi mostrarlo a Occhioni e Dentini, vero?” indovina.

Celes annuisce, prendendo il fratellino fra le braccia. È pieno di magia, lo percepisce al tatto. Tutta la forza che sua madre ha mostrato nel corso della battaglia finale veniva da lui. Da questo minuscolo fagiolo rosa e oro.

Continua ad ammirarlo, bello com’è, mentre lo conduce fuori dalla stanza, dove Langley e Shannen lo aspettano. Langley, visibilmente, non sta più nella pelle. Salta in piedi quando lo vede arrivare, gli corre incontro, stringe lui e il bambino in un abbraccio forte quasi da spezzarli entrambi, e Celes si allontana con una mezza risata, tenendolo a bada.

“Piano,” dice, “Siamo piccoli e fragili.”

“Siete bellissimi,” lo corregge lui, la voce che vibra per l’emozione, “Oh, Dio, siete stupendi. Vederti con un bambino in braccio mi fa cose che non riesco a spiegare.”

“E che nessuno vuole sentire,” commenta Shannen, avvicinandosi e guardandolo con la solita espressione indifferente. È riuscito ad alzarsi dal letto solo la settimana scorsa, e i suoi movimenti sono ancora lenti e macchinosi, ma grazie agli dei la sua personalità è sopravvissuta intatta. Celes riceve con gratitudine il mezzo sorriso che gli rivolge, e gli mostra il bambino perché possa studiarlo con attenzione. “Tua madre?”

“Sta bene.”

“E lui?”

Celes ride. “Lui è il nostro piccolo Eterno. Si chiama Calico.”

“Che nome delizioso!” mugola Langley, “Benvenuto, Calico!”

Celes ride ancora, e la sua risata si solleva, libera e leggera, fino ai soffitti di cristallo del palazzo.

COWTers, ce l’abbiamo fatta! \o\ La nona edizione della challenge a squadre più impegnativa del web è stata archiviata questo mercoledì con la vittoria del team Ahm-Gi, che per la prima volta si aggiudica la sfida! Congratulazioni alla squadra che indubbiamente ha scritto più parole di tutti, raggiungendo vette raramente toccate da altre squadre nella storia del COWT.

E nonostante questo, la classifica è insolitamente corta, segno che neanche le squadre alle loro spalle si sono date per vinte e hanno lottato fino alla fine: complimenti dunque a Eva Lirica, seconda classificata, a Pmviira, terza classificata, e a Gaelin, quarta classificata! Ecco la classifica.

CLASSIFICA FINALE
AHM-GI 55923
EVA LIRICA 55722
PMVIIRA 54870
GAELIN 54494

Qualche curiosità numerica!

  1. È stato il COWT in cui sono state scritte più parole! Abbiamo raggiunto e superato di pochissimo i CINQUE MILIONI di parole scritte (per la precisione, 5.012.948 parole), cifre che quando eravamo su LiveJournal si scrivevano in un intero anno. Dovete essere assolutamente fieri di quanto avete fatto!
  2. In testa per numero di parole c’è Ahm-Gi con 1.709.473 parole, seguita da Eva Lirica con 1.380.490 parole, da Pmviira con 1.114.433 parole e da Gaelin con 808.552 parole. Per le prime tre squadre si tratta della migliore prestazione di squadra di sempre, per Gaelin della seconda miglior prestazione. Sono dei numeri favolosi!
  3. I podi settimana per settimana, per numero di parole:
    Week 1: Ahm-Gi, Pmviira, Gaelin
    Week 2: Ahm-Gi, Pmviira, Eva Lirica
    Week 3:  Pmviira, Ahm-Gi, Eva Lirica
    Week 4: Eva Lirica, Ahm-Gi, Pmviira
    Week 5: Ahm-Gi, Eva Lirica, Pmviira
    Week 6: Eva Lirica, Ahm-Gi, Pmviira
    Week 7: Ahm-Gi, Eva Lirica, Pmviira

Grazie a tutti per la partecipazione! Per Calico niente regali ma solo buste in denaro, mi raccomando! Ah, e i Viaggiatimbrini arrivano presto… così presto, che li troverete nei vostri profili tra stasera e domani!

#COWT9 – Settima e Ultima Settimana (25/03 – 03/04)

Le dita di Manila emanano gli ultimi caldi bagliori dorati mentre si allontanano lentamente dal petto di Shannen, che istante dopo istante riprende colore, come se la morte stessa defluisse lungo i suoi vasi sanguigni. Sotto la sua pelle ancora pallida brillano le ondate di quella luce magica, intrisa della forza di un potere perfino più antico di quello delle Veggenti: è quella magia che lo purifica, che impedisce al Vuoto di consumarlo. Langley lo osserva riprendere colore poco e poco e, stremato dalla tensione e sconfitto da un senso di sollievo più dirompente di una valanga, scoppia in lacrime, ripiegandosi sul suo petto.

Shannen schiude le palpebre e i suoi occhi mettono a fuoco la massa indomita dei suoi capelli ricci, e la figura eterea di Manila che si raddrizza, ripulendo con qualche debole pacca le ginocchia coperte di polvere. “Occhioni,” lo saluta Manila, evidentemente provata ma felice, “Bentornato fra noi. Meno male che ce l’hai fatta, Dentini, qui, stava per avere una crisi di nervi.”

Per tutta risposta, Langley piange più forte. Esalando una mezza risata esausta, Shannen gli accarezza i capelli in un gesto insolitamente tenero. “Mi sembra che la stia già avendo,” risponde. Poi, pensieroso, aggiunge, “Non ricordo niente.”

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#COWT9 – Sesta Settimana (17/03 – 24/03)

PROROGATA FINO ALLE 22 DEL 24/03

Sembra che siano trascorse settimane dal primo scontro. Mentre la folla, ancora attonita, fissa i guerrieri di ambo le parti affrontarsi in combattimenti sempre più aspri e violenti al centro dell’arena, e la sabbia comincia a tingersi di sangue, il sole dà l’impressione di sorgere, attraversare il cielo e tramontare più e più volte. Perfino lo speaker, ormai attonito, ha scelto di sospendere la propria funzione, così come il commento a quanto avviene sul campo di battaglia: non si tratta più della finale di un torneo, ma degli ultimi istanti di una guerra senza frontiere né esclusione di colpi.

Eva Lirica, Pmviira, Gaelin ed Ahm-Gi, possedute da un fuoco la cui intensità è possibile spiegare solo a partire dall’intensità dell’influsso magico di Celestia su di loro, si battono contro gli eroi dell’esercito di Celes senza risparmiarsi. Braccia, spalle, visi coperti di graffi e ferite si avvicendano in un turbinio confuso la cui eco risuona come la voce rombante di una frana nelle orecchie di Celes, che assiste impotente a quel susseguirsi di scontri infruttuosi finché improvvisamente la realtà della loro situazione lo colpisce.

Questi eserciti non sono fatti per prevalere l’uno sull’altro. Come lo Yin e lo Yang, come il giorno e la notte, come il fuoco e il ghiaccio, sono forze di uguale potenza, fatte per alternarsi, non per distruggersi.

Potrebbe osservare i suoi guerrieri combattere, cadere, rialzarsi e soccombere ancora e ancora più di mille volte, e comunque non sarebbe sufficiente per riuscire a vincere. Né a perdere, e porre fine a questa carneficina.

C’è solo una forza che può aiutarlo a ribaltare questa situazione di stallo.

La propria.

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