COW-T #6

“Honour The Work” (Motto dell’Accademia Magica di Titania)

La sesta edizione del COW-T – the Clash Of the Writing Titans è stata narrata su Mari di Challenge dal 16 gennaio al 14 marzo 2016.

Trama

Gli avvenimenti si svolgono alcuni decenni dopo dopo gli eventi narrati nella quinta edizione.

È il primo COW-T narrato dal punto di vista di Celes, figlio della Veggente Manila e futuro Veggente. Nata Celestia, e quindi biologicamente femmina così come richiesto alla stirpe delle Veggenti, Celes si sente a disagio nel proprio corpo e aspira a essere un maschio.

Per la prima volta viene rivisitata una Landa in un’epoca diversa dall’edizione di riferimento: molti decenni dopo il primo COW-T, Titania è una Landa prospera che ospita l’Accademia Magica, prestigiosa istituzione di riferimento per l’intero Multiverso.

Altre novità dell’edizione sono la distinzione tra il protagonista (Celes) e l’arbitro della contesa (la Preside dell’Accademia Millicent Flowerbloom) e la presenza di un notevole numero di nuovi personaggi, quasi tutti legati per qualche motivo a personaggi dei cinque precedenti COW-T.

Per qualche misterioso motivo, l’assegnazione di Celes a una delle quattro Case dell’Accademia (Alaverde, Scudoscuro, Lunacciaio e Ombrarossa) non avviene: la Preside Flowerbloom seleziona il migliore studente o studentessa da ciascuna Casa e indice una serie di sfide, dopo le quali Celes sarà assegnato definitivamente alla Casa vincitrice. Nel frattempo potrà scegliere, settimana dopo settimana, in quale Casa risiedere, e seguirà le numerose lezioni insieme a tutti gli altri studenti.

 

Schieramenti
  • Alaverde, la Casa della Compassione, e il suo miglior studente Shannen
  • Scudoscuro, la Casa della Collaborazione, e la sua migliore studentessa Helena
  • Lunacciaio, la Casa dell’Applicazione, e il suo miglior studente Nox
  • Ombrarossa, la Casa del Sacrificio, e il suo miglior studente Langley
PERSONAGGI SECONDARI

Vedi la voce Accademia Magica.

 

(per gli avvenimenti di ciascuna settimana, fare clic sul titolo della sezione)

[expand title=”Antefatto”]“Prometti che starai attenta.”

“Attento, ma’.”

“Prometti che scriverai.”

“Mamma, non avrò tempo di scrivere.”

“Prometti che ti comporterai bene e che combinerai un sacco di guai per tenere alto l’onore della famiglia.”

“Dubito che zio Lacros e tu abbiate lo stesso concetto di cosa voglia dire tenere alto l’onore della famiglia. E sopratutto, mamma, voglio diplomarmi, non finire negli annali per aver fatto esplodere la scuola usando magie proibite.”

“Si è trattato di un tragico incidente, e poi ero molto giovane.”

“Irrilevante.”

Manila sospira, accarezzando i lunghi capelli biondi della figlia mentre lei cerca di annodare la cravatta, guardando intensamente il proprio riflesso nello specchio. La sua risposta è uno scatto nervoso, mentre si allontana dalla madre e disegna un ghirigoro a mezz’aria in seguito al quale scintille multicolori sprizzano dalla punta del suo dito indice. Una volta scomparse, sono scomparsi anche i capelli lunghi, ora acconciati in un taglio ribelle, corto, arruffato, striato di rosso.

“Be’, certamente così attirerai l’attenzione,” commenta con una risata.

“Non lo faccio per questo.”

Manila sorride ancora, abbracciando la figlia alle spalle. “Mi prometti che farai la brava?”

“Mamma! Vado a scuola, non alla guerra. Ed è bravo, bravo, quante volte te lo devo dire?”

“Celestia–“

“Celes,” grugnisce, “Che c’è?”

Manila indica con un dito fuori dalla finestra. “Farai tardi a scuola.”

*

“Mettetevi in fila davanti allo Specchio, per favore!”

Seguendo gli ordini della Vicepreside, Celes si accoda agli altri ragazzini mormoranti ed eccitati, in attesa di essere smistati nelle loro Case di appartenenza. E’ un po’ agitato — ma per la verità il pensiero della sua Casa di destinazione non lo tormenta. Sua madre, che sarebbe stata un’orgogliosa Ombrarossa, inorridirebbe al pensiero, ma a Celes non importa quale sarà la Casa che lo accoglierà. Vuole solo essere accolto, e imparare.

“Dunque, alcuni di voi già sanno come funziona,” spiega la Vicepreside, abbagliandoli con un radioso sorriso, “Ma per quelli di voi che ancora non lo sanno, in breve: lo Specchio stabilirà la vostra Casa attraverso un frammento del vostro Destino. Nessuno a parte voi potrà vederlo, ma non aspettatevi di vedere immagini rivelatorie, o veri e propri scorci del vostro futuro: non è così che funziona lo Specchio e nessuno ha un futuro inciso nella pietra. Non pensate a niente, rilassatevi e vedrete che andrà tutto bene.”

Un coro di approvazione e impazienza si leva dalla folla di nuovi arrivati, mentre gli studenti più anziani, raccolti in un ampio cerchio intorno alla sala, osservano la scena mormorando fra loro.

Celes aspetta il proprio turno facendosi via via più nervoso man mano che il momento fatidico si avvicina. Solo quando si ritrova davanti allo specchio si rende conto che lo stanno tutti fissando, alcuni mormorano il suo nome – non Celes, l’altro suo nome -, altri esclamazioni di stupore. Con la coda dell’occhio scorge quattro ragazzi più grandi, riuniti insieme vicino a un gruppo di adulti dall’aria corrucciata, osservarlo con aria inquisitoria e seria. Non sa cosa vogliano da lui, ma è col batticuore che si avvicina alla superficie riflettente, ingoiando ansia.

Lo Specchio non gli mostra niente di comprensibile. Colori, scorci di terre lontane, qualcuno che sorride, un’onda di capelli biondi. Alla fine si aspetta di vedere emergere lo stemma della sua Casa, com’è stato per tutti gli altri prima di lui, ma sulla superficie dello Specchio non affiora niente. Il lieve bagliore che emanava si spegne, e lo Specchio resta muto.

Dalla folla si alza un mormorio via via sempre più perplesso e rumoroso, e Celes comincia a guardarsi intorno, preoccupato. Forse ha sbagliato qualcosa? Si sente così a disagio, adesso. Dove dovrebbe andare? Cosa dovrebbe fare?

E’ la Preside a porre fine al cicaleccio incessante che rimbomba nella sala, alzandosi in piedi con un gesto regale. Che si trasforma in un gesto ridicolo quando, scendendo dalla piattaforma sulla quale è assiso il suo trono, inciampa su uno dei gradini e rotola per terra in una capriola scomposta.

Tutti i presenti, soprattutto i più giovani, scoppiano a ridere, e sollevandosi in piedi lei non si premura di zittirli. Si avvicina a Celes, invece, stringendo le sue mani fra le proprie.

“Celestia, vero?” domanda.

“Celes,” risponde lui con una smorfia, “Cosa–“

“Oh, non preoccuparti,” ride la Preside, accarezzandogli la testa, “Oh, sarà un’annata così interessante!”

“Preside Flowerbloom–“

“Chiamami Millicent, tesoro!”

“Preferirei davvero di no–“

Ma la Preside non lo sta più ascoltando. Celes la osserva voltarsi e rivolgersi agli adulti radunati a qualche passo di distanza, ignorandolo completamente. “House Lady a rapporto,” dice querula, invitando le donne ad avvicinarsi, “Abbiamo un problema da risolvere.”[/expand]

In questa edizione i contendenti sono chiamati a completare le missioni che elargiranno Gemme. Ritornano i bonus per le segnalazioni effettuate prima dell’ultimo giorno della settimana; in più, la prima squadra a completare una missione conquista un bonus Gemme.

[expand title=”Prima settimana”]“Non si è mai visto niente di simile,” dice Lady Violet, scuotendo il capo con disapprovazione, “Che lo Specchio non sia riuscito a smistare il ragazzo da nessuna parte è veramente inaudito.”

“Si tratta di una persona particolare, però,” dice Lady Emeraude, conciliante, “Evidentemente.”

“Mai vista prima,” annuisce Lady Bluebell.

“Solo per il fatto che tutti ci aspettavamo una femmina e invece, sorpresa, è un maschietto?” Lady Ruby scuote il capo, “Vi fate sorprendere facilmente, voi. Se aveste vissuto come me nella foresta da soli per anni non vi fareste sorprendere da niente che non possegga almeno sei zampe e otto paia di zoccoli.”

“…come–” comincia Lady Bluebell.

“Non chiedere,” la interrompe Lady Ruby, scuotendo il capo.

“Tranquillizzatevi, signore,” dice la Preside, sorridendo serafica, “Non sarete voi né io a stabilire la casa di destinazione del giovane Celes.” La Preside ignora il distinto figurarsi che si solleva dal crocchio di gente riunito di fronte a lei. “Saranno i vostri studenti migliori a combattere per lei.”

“Per lui,” la corregge Celes, ma la voce gli si spegne quando vede i quattro avvicinarsi. E’ come in una commedia romantica di serie b — i quattro si avvicinano in slow motion, i capelli al vento, gli sguardi intensi fissi su di lui. Tutto ciò è ridicolo e Celes si sente tremare le gambe.

“Non preoccuparti, dolcezza,” dice Langley, stringendogli una ciocca di capelli fra le dita, “Ci prenderemo noi cura di te.”

“Sì, il che vuol dire che mi premurerò io stessa di proteggerti principalmente da lui,” dice Helena, indicando Langley, che risponde con una linguaccia.

“Devo ammettere che, statisticamente, hai molte più probabilità quest’anno di finire a letto con Langley che non di perdere la vita, il che è rassicurante,” dice Nox. Cosa ci sia di rassicurante nelle sue parole resta un mistero, perché Celes è attirato subito dallo sguardo magnetico del quarto ragazzo, che lo fissa senza fiatare per una quantità indecorosa di minuti.

E poi perde un’ottima occasione di continuare a tacere. “Non capisco perché vai in giro vestita da maschio se sei femmina,” dice. Intorno a lui, il silenzio.

“Be’, mi sembra un ottimo inizio,” dice la Preside, battendo entusiasticamente le mani, “Kaja, tesoro, sii buona: farai tu da arbitro per la competizione.”

“Cos– Preside Flowerbloom!”

“Cosa, tesoro? Se c’è qualcuno qualificato abbastanza per farlo, quella sei tu! Le situazioni complicate, i triangoli e via discorrendo sono il tuo pane quotidiano.”

“Preside Flowerbloom, la mia famiglia non è un triangolo e non è una situazione complicata, le assicuro che–“

“Via, mia cara, conosco benissimo tua madre Reginleif, Forseti e Dour, se non è complicata la loro relazione non so davvero quale possa esserlo.”

Celes osserva la Vicepreside esitare qualche istante, incerta fra il ribattere o meno. Alla fine, con un gran sospiro, pare decidere per il meno. Celes le è grato — si sente già abbastanza in imbarazzo, vuole solo che questo momento termini in modo da potere andare a nascondersi in un buco e non riemergerne mai più. “Benissimo,” dice la Vicepreside, voltandosi verso di loro, “Allora, tutti pronti? Le regole sono queste.”[/expand]

Per tutta la durata della competizione, una o più missioni sono denominate “Call of the Descendant”, in quanto ispirate a uno dei personaggi secondari imparentati, o legati, a uno dei personaggi dei cinque COW-T precedenti.

Vengono introdotte anche le missioni che abbassano il numero minimo di parole per ogni prompt aggiuntivo selezionato oltre il primo.

La settimana è vinta da Casa Alaverde.

[expand title=”Seconda settimana”]“Shannen, devo dire che mi aspettavo molto da te,” commenta la preside Flowerbloom, compiaciuta, “Ma mai avrei potuto aspettarmi così tanto. Sei un ragazzo estremamente brillante, e la tua Casa sarebbe certamente un ottimo posto in cui trascorrere i successivi cinque anni. Che ne dici, Celestia?”

“Preside Flowerbloom,” geme lui, rassegnato, “E’ Celes. Celes, quante volte devo ripeterlo?”

“E’ inutile che insisti,” Shannen scrolla le spalle, come se fosse una cosa della minima importanza, “Guardandoti in faccia si capisce che sei una femmina, sei troppo carina e delicata.”

Suo malgrado, Celes si ritrova ad arrossire, ma stringe i pugni lungo i fianchi, aggrottando le sopracciglia. “Non sono per niente carina e delicata!” protesta. Shannen lo guarda per qualche istante, gli occhi azzurri che scrutano i suoi lineamenti come se lo stessero studiando. Poi semplicemente guarda altrove, scrollando nuovamente le spalle.

“Non preoccuparti, Celes,” dice Nox, battendogli un’amichevole pacca sulla spalla, “Noi ti capiamo.”

“E basterà una parola, credimi,” aggiunge Helena, “E ci penserò io ad insegnare a quel teppista un po’ di buona educazione.”

“Ignoralo, dolcezza,” commenta Langley, apparendo dal nulla proprio accanto a Shannen ed appoggiandosi a lui come ad un pratico mobiletto, “Questo qui ha la testa troppo dura. Concentrati su quelli di noi che sono un po’ più, come dire, accomodanti.”

Shannen si volta a guardarlo, ghignando divertito. “Disse la volpe all’uva.”

Langley arrossisce di botto, e poi ghigna a propria volta. “Non ti preoccupare, zucchero,” dice, “Prima o poi riuscirò a metterti le mani addosso, e quel giorno mi implorerai di non lasciarti mai più in pace.”

“Sogna, sogna.”

“Giuro,” insiste Langley, alzando la voce, “Che un giorno o l’altro riuscirò a trascinarti a letto, dovessi usare tutti gli incantesimi confondenti che conosco per farlo!”

“Langley!” strilla Lady Violet, afferrandolo per un orecchio e allontanandolo da Shannen, “Quante volte dovrò ripeterti che usare incantesimi confondenti per costringere un compagno di scuola ad atti sessuali ai quali non vuole assolutamente sottoporsi è vietato?!”

“Ops,” ride Langley, ed in uno schiocco di dita si smaterializza.

Lady Violet si lascia andare ad un’esclamazione esasperata, portandosi le mani ai capelli. “Cosa devo fare con quel ragazzino, cosa?! Con tutti i problemi che ho…”

“Già, cara,” commenta Lady Emeraude, accarezzandole affettuosamente una spalla, “Mi dicevi l’altra volta dei tuoi genitori? Certo, lo scandalo che è seguito alla rivelazione del loro, uhm, come dire, complicato affair deve averti sconvolta profondamente.”

Lady Violet la fissa in tralice, mentre il silenzio crolla sull’intera Sala Grande per qualche secondo. Poi, prevedibilmente, si mette a urlare. “Emeraude! Cosa ti è poco chiaro del concetto di segreto rivelato in confidenza?! Ma perché sono circondata da pazzi e imbecilli, perché?!”

E’ Kormakr a distogliere l’attenzione degli studenti dal teatrino, frapponendosi fra loro e le Lady con un gran sospiro e, subito dopo, qualcosa di vagamente rassomigliante ad un sorriso – un angolo della bocca appena piegato in una smorfia indubbiamente fascinosa. “Se volete seguirmi, ragazzi,” dice indicando loro l’ingresso per la palestra, “Da oggi cominciamo a fare sul serio.”[/expand]

La settimana è appannaggio di Casa Alaverde, mentre Casa Scudoscuro si aggiudica il bonus velocità per aver finito per prima le missioni.

[expand title=”Terza settimana”]“Orbene,” la preside Flowerbloom si volta a guardare Celes che, trafelato, fa la sua apparizione in sala comune. La divisa fuori posto e i capelli spettinati lasciano intendere che ne abbia passate di cotte e di crude, perlomeno nel corso dell’ultima ora, ma una volta giunto di fronte alla Preside si affretta a cercare di sistemarsi il nodo della cravatta attorno al collo, e a tirare su i pantaloni che, misteriosamente privi della cintura, minacciano di rovinare verso il pavimento. “…è successo qualcosa?”

“No, no,” scuote il capo Celes, allontanando i capelli dal viso, “E’ tutto a posto.”

“A posto un benemerito cazzo!” esplode Langley, apparendole alle spalle, le braccia per aria e i capelli tutti arruffati, “Ma come si fa a prenderti, stai sempre a scappare!”

“Io non–“

“E’ con la pazienza che si rincorrono le persone,” dice Shannen, camminando placido a pochi metri da loro, sul volto la solita espressione imperscrutabile, “Se tu fossi più paziente–“

“Tu devi solo tacere!” sbotta istericamente Langley, “Taci come tacevi stamattina nei bagni! Lo so che ti è piaciuto!”

“Se ci tieni tanto a crederlo,” Shannen scrolla le spalle, guardando altrove, mentre Celes, gemendo disperato, si copre il viso.

“… fingerò di non aver sentito niente di quanto avete appena detto,” dice la preside Flowerbloom con un sorriso sereno.

“Idem,” ringhia Lady Violet, afferrando Langley per un orecchio e cominciando a trascinarlo via, “Insomma, muovetevi, cosa fate lì fermi come stoccafissi? E’ tempo di tornare in classe. A proposito, dove sono Helena e Nox?”

Qualche ala del castello più in là, in un’aula silenziosa in fondo a un corridoio deserto, Helena si muove sinuosamente in grembo a Nox, baciandolo con passione. E’ Nox a interrompere il bacio per primo, gli occhi che brillano di curiosità. “L’hai scoperto, vero?” le domanda, “Non mi avresti trascinato qui, altrimenti.”

“L’ho scoperto,” sorride indulgente Helena, accarezzandogli i capelli biondi, “Come mi avevi chiesto. Si chiama Cesare Icore, barone, una figura politica importante a Leda. Non sei figlio suo, ma sei l’unico discendente diretto ancora in vita. Ha avuto un figlio illegittimo, tuo padre, e se per caso dovessi mai tornare nel luogo dal quale provieni sarebbe il disastro per la sua casata.”

Nox abbassa lo sguardo, pensieroso. “Sembra che sulle spalle di tutti noi gravi il peso di una discendenza pericolosa,” commenta con un sospiro.

Helena sorride ancora, baciandolo sulla fronte. “Non ne hai nemmeno idea.”[/expand]

La settimana è vinta da Casa Scudoscuro.

[expand title=”Midseason Finale”]Gli occhi dell’intera classe addosso, Celes cerca di trovare qualcosa da dire. Ci prova, mentre la sfera di cristallo di fronte a lui resta opaca e muta, non un’immagine ad illuminarne la superficie, neanche un’increspatura, un luccichio lontano, o il più tenue dei bagliori. Nella sfera, come nella sua testa, solo il vuoto.

“Suvvia, Celestia, cara,” ride benigna la preside Flowerbloom, “E’ impossibile che tu non veda niente. Devi solo concentrarti un po’. Sei o non sei la figlia della Veggente?”

Mi chiamo Celes, pensa lui, ma non lo dice, E sono un maschio.

“Avanti, dolcezza,” sorride Langley, sfiorandogli una spalla, “Sono sicuro che puoi farcela.”

“Devi solo rilassarti,” sorride conciliante anche Helena, ravviandogli una ciocca di capelli dietro un orecchio.

“Statisticamente è piuttosto improbabile che tu non veda niente in quella sfera,” cerca di rassicurarlo Nox, “E’ acclarato da più studi scientifici del settore che anche chi non possiede la Vista è comunque in grado di formulare una profezia plausibile o addirittura veritiera una volta nell’arco della vita.”

Celes si sente stringere lo stomaco in una morsa d’ansia. Non parla. La sfera resta muta. Shannen lo guarda a lungo per un’eternità e poi parla, la voce più seria di quanto non sia mai stata. “Dicono che il dono della Vista si manifesti solo nelle donne,” mormora.

Non dice altro, e Celes non vuole sentire altro. Si alza di scatto, si volta, corre via, abbandona l’aula. Quando i ragazzi escono a cercarlo, non lo vedono più.[/expand]

A partire da questa edizione, il COW-T si interrompe in occasione della Giornata Internazionale dei Fanwork (IFD).

Viene pubblicata la classifica dopo 3 settimane: Alaverde 1062 Gemme, Scudoscuro 913 Gemme, Lunacciaio 860 Gemme, Ombrarossa 858 Gemme.

[expand title=”Quarta settimana”]Lo cercano ovunque, nella foresta e intorno al lago, ai piedi delle montagne aspre e rocciose e lungo le curve dolci delle colline, nelle radure e nei punti più fitti del bosco, nei dintorni della scuola e nelle distese sconfinate al di là del cancello. Lo cercano ovunque, urlando il suo nome a gran voce. Per la prima volta, tutti senza distinzione lo chiamano Celes.

E’ Helena a trovarlo, ormai alle prime luci dell’alba. Raggomitolato alle radici di una quercia enorme, Celes gioca a nascondino, non solo con loro, ma contro la tristezza.

Helena segnala agli altri di averlo trovato – esplosioni di luce dorata nel cielo – e poi gli si accovaccia accanto, accarezzandogli la schiena curva con una mano. “Non devi essere triste,” dice dolcemente, “Ognuno è quel che è. Non puoi chiedere a te stesso più di quel che puoi dare.”

“Non volevo deludere nessuno,” mormora lui, il viso nascosto dietro le ginocchia.

“Non hai deluso nessuno, dolcezza,” dice Langley, arrivando di corsa e sedendosi accanto a lui, avvolgendolo in un abbraccio ondeggiante, “Non è colpa tua. Non devi preoccuparti. Troverai sicuramente qualcos’altro che solo tu potrai fare. E sarà qualcosa di straordinario.”

“Statisticamente,” dice Nox, accucciandosi di fronte a lui ed accarezzandogli impacciato la testa, “Ogni mago trova qualcosa in cui eccelle, nel corso della propria vita. Il tuo momento non è ancora arrivato, ma arriverà, lo dicono i numeri.”

“I tuoi numeri mi sembrano sempre un po’ tirati a caso, Nox,” sorride Celes, alzando finalmente lo sguardo, “Anche se ti ringrazio. Ringrazio tutti voi, siete stati così gentili con me, fin dall’inizio, ma non posso scappare da questa cosa. Sono… sono un fallimento su tutta la linea. Sono nato solo per diventare una Veggente, e non lo sarò mai.”

“Mio padre conosce tua madre,” la voce di Shannen è come al solito fredda e distante, ma quando Celes lo guarda vede che i suoi occhi sono seri e intensi, come lo erano durante la lezione di Chiaroveggenza, “E conosce Metacomet dell’Incanto, tuo padre.” Celes spalanca gli occhi, senza fiato. “Dice che li ha conosciuti fin da quando erano ragazzini, e che tua madre non ti ha mai voluto perché diventassi una veggente. Ti ha voluto perché voleva amarti. Chi se ne frega se sei una veggente o no, a me non cambia niente e non dovrebbe cambiare niente nemmeno a te. Sii quello che ti fa felice essere. Oppure puoi continuare a stare qui a piangere, ma non vedo come questo possa risolvere alcunché.”

Langley scoppia a ridere, allungandosi a recuperare un frutto rotondo e lucido nascosto fra le radici dell’albero e tirandolo verso Shannen. “No, dico, guardatelo,” dice divertito, “Non è la cosa più deliziosa del mondo quando si decide a spiccicare più di due parole in croce?”

“… io ti ammazzo.”

“Sì, dolcezza, voglio morire fra le tue braccia.”

“IO TI AMMAZZO.”

“Effettivamente, bisogna dire che è vero, la percezione che si ha di te dopo che hai parlato lungamente e non a grugniti e monosillabi è almeno di un venti percento migliore.”

“Ah-ah, dovrei essere gelosa?”

“Io vi ammazzo tutti.”

Mentre li osserva battibeccare, e le parole di Shannen – assieme a quelle di tutti gli altri – gli vorticano ancora nella testa, Celes si lascia andare ad un sorriso timido, che pian piano si allarga. Sente che da questo momento in avanti le cose potrebbero andare meglio. E questa potrebbe essere la prima di una lunga serie di predizioni.[/expand]

La settimana è vinta da Casa Ombrarossa. Per un disguido tecnico, Casa Scudoscuro riceve una penalizzazione.

[expand title=”Quinta settimana”]“Be’, non c’è che dire,” commenta la preside Flowerbloom, adocchiando le clessidre ricolme di gemme sospese in Sala Grande, “Un risultato sorprendente e affascinante! Si stanno dando proprio un gran da fare per te, questi aitanti giovanotti, eh, Celes?” insinua, infilandogli il gomito fra le costole.

Celes si allontana con un gemito, massaggiandosi il costato. “Ehm… apparentemente,” dice, un po’ nervoso, “Anche se non penso che lo stiano facendo proprio per me, è più una gara fra loro.”

“Come sei saggia,” ridacchia la preside, “Sarai una splendida veggente.”

“Signora preside…” sospira Kaja, notando lo sguardo un po’ triste di Celes, “Basta, lo lasci in pace. Venga via. Andiamo a prevedere i risultati della corsa delle rane di mercoledì prossimo. Su, su.”

Mentre la preside si allontana docile al seguito della vicepreside, Celes si lascia coccolare dall’abbraccio dolce di Helena e dalle statistiche surreali di Nox, che lo informa di essere in grado fin d’ora di stabilire chi vincerà la corsa delle rane, ma di non averlo voluto rivelare alla preside per lasciarla allontanarsi più in fretta.

E’ Lady Ruby a tirarlo da parte, qualche secondo più tardi. Ha un sorriso fiero, ma caldo, e Celes arrossisce un po’ di fronte a lei, che sembra tanto più sicura di se stessa di quanto lui non potrà mai essere. “Volevo dirti che ti ho osservato attentamente, nelle ultime settimane. E sono molto fiera di come ti stai comportando. Voglio dire,” continua sorridendo, “I miei genitori sono morti subito dopo la mia nascita, e anche se i due uomini che mi hanno presa con loro sono stati straordinari, con me, so cosa vuol dire combattere contro mostri invisibili. Te la stai cavando alla grande, Celes.”

Improvvisamente, gli si riempiono gli occhi di lacrime. Gli tremano le labbra — vorrebbe rispondere, o magari semplicemente abbracciarla — è la cosa più bella che gli abbiano mai detto e si sente così pieno di gratitudine che potrebbe anche scoppiare — ma lo riporta alla realtà la voce incuriosita di Lady Emeraude.

“Che strano,” si chiede l’angelo, “Langley non è qui a godersi la vittoria. Sono un po’ preoccupata.”

“Ma che ti preoccupi a fare,” sbotta Lady Violet, scuotendo il capo, “Quell’incosciente sarà da qualche parte a fare qualcosa di ridicolo e assurdo, come al solito. Ignoralo, vedrai che si presenterà quando meno lo vorrai intorno, come un herpes.”

“In ogni caso,” si intromette pacatamente il professor Mettier, “E’ il caso di cominciare ad avviarsi in classe. La lezione di Magia Metamorfica sta per cominciare.”

Qualcosa negli occhi di Celes, improvvisamente e discretamente, si accende.

Nel mentre, qualche corridoio più in là, Langley, la sua vittoria, se la sta godendo pienamente. O quasi.

“Se pensi che questo cambierà qualcosa fra noi,” borbotta Shannen mentre schiude le gambe con una lentezza da zoccola navigata che per un secondo lo rende cieco a tutto il resto, “Sei completamente fuori strada.”

“Non mi aspetto che cambi niente,” ribatte con un ghigno lui, stringendo la corda che gli avvolge e immobilizza i polsi dietro la schiena, “Voglio solo prendermi quello che mi spetta,” aggiunge in un sussurro, “Quello che è mio.”

Shannen non protesta, anzi chiude gli occhi ed inspira profondamente quando lo sente avvicinarsi.

Langley appoggia una mano aperta al centro esatto della sua schiena, tenendolo premuto contro il tavolo nella biblioteca vuota, posizionandosi dietro di lui.

“Allora vado,” dice senza fiato, cercando di mandare giù l’emozione.

Solo allora, finalmente, Shannen sospira. “Alla buon’ora.”[/expand]

La settimana viene vinta da Casa Scudoscuro e Casa Ombrarossa.

[expand title=”Sesta settimana”]La Sala Grande è in uno stato di tale scompiglio e fermento che neanche i ripetuti tentativi della Preside Flowerbloom e della Vicepreside sempre al suo fianco riescono in qualche modo a riportare la calma fra gli studenti agitati. Helena sta bevendo e ridendo come mai nessuno l’ha vista ridere e bere, un braccio stretto attorno alle spalle sottili di Celes, e Nox veglia su entrambi, l’espressione del volto un po’ imbronciata ma come sempre soffusa da un alone di calma a tranquillità che rende impossibile capire se sia davvero pervaso dal disappunto o solo vagamente deluso dall’andamento dei giochi.

“Insomma, ragazzi,” sospira Kormakr, mai particolarmente a proprio agio in mezzo alle situazioni chiassose – e sì che il popolo dal quale proviene ha fatto del chiasso, anche a livello di nucleo familiare, una regola, quasi uno stile di vita, a partire dal numero sproporzionato di termini che sono stati coniati apposta per definite le decine di diversi tipi di relazioni che è possibile intrattenere con ben più di una sola persona per volta. “Un po’ di silenzio. La Preside sta cercando di dire qualcosa.”

“Grazie, Kormakr, come sempre solo da te ci si può aspettare un minimo d’ordine,” gli sorride la Preside, riconoscente. “Ragazzi, ho un annuncio,” dice quindi, dopo essere riuscita a ristabilire un po’ di silenzio, “Due delle vostre amate House Lady, Lady Bluebell e Lady Ruby, convoleranno apparentemente a giuste nozze entro la fine di questo mese.” Dall’intera sala si solleva un boato assordante, e la Preside solleva entrambe le mani, cercando di riportare la calma negli astanti. “Lo so, ragazzi, lo so, è una cosa assolutamente imprevista, mai nessuno avrebbe potuto immaginarlo, nemmeno io!”

Helena ride, voltandosi a lanciare un breve bacio sulla guancia di Celes. “Solo lei,” gli sussurra divertita. Celes risponde ridendo a propria volta. Si sente allegro – e non è solo colpa dell’alcool -, abbastanza da non notare nemmeno la sospetta sparizione di Langley.

“Ahi,” borbotta una voce cupa da qualche parte in fondo alla stanza. Celes riconosce la voce di Shannen e si volta nella direzione dalla quale proviene la voce, individuando subito il rappresentante Alaverde schiacciato contro la parete. Langley, anche se solo di poco più alto di lui, gli sta così addosso che sembra quasi sovrastarlo. C’è un rivolo di sangue che gli scende dal collo, e nel notarlo dall’intera Sala Grande si solleva un’esclamazione stupita. “…vampiro,” borbotta Shannen, toccandosi il collo, “Lo sapevo che non potevi essere tutto a posto.”

“Sono vampiro solo per un quarto!” borbotta Langley, la voce strascicata di chi ha indubbiamente esagerato un po’ con i festeggiamenti ed è solo in parte ancora padrone di se stesso, “…cioè, non so bene, mio padre non è mai stato molto chiaro sulla mia discendenza, ma zio Dimitri mi ha sempre ripetuto che è abbastanza convinto che mia madre–“

“Non interessa a nessuno,” sbotta Shannen, tappandogli la bocca, “E comunque, non hai niente da festeggiare?”

Langley si volta verso Celes, offrendogli uno sguardo da predatore che, per un secondo, lo fa indietreggiare. “Sto per raggiungerti, principino,” lo prende in giro, “Presto sarai mio.”

Celes resta interdetto per qualche istante, ma poi l’euforia della serata, del segreto che ha nascosto per tutta l’ultima settimana, lo pervade interamente, costringendolo a una risata divertita. “Puoi provarci,” risponde a tono, “Ma chissà se mi lascerò prendere?”

“Ah!” Langley scoppia a ridere, “Guardati! Sono fiero di te. Stai venendo su proprio bene!”

“Se vuoi,” risponde lui con un ghigno, “Ti faccio vedere.” E solleva appena i pantaloni, mostrando il rigonfiamento che, a seguito dei lunghi ed estenuanti allenamenti in Magia Metamorfica, sta già cominciando a farsi vedere.

Un silenzio attonito cala pesante sull’intera Sala Grande.

E poi Shannen mormora “…oh,” e nessuno sente il bisogno di dire altro.[/expand]

La settimana viene vinta da Casa Scudoscuro, che si aggiudica il sesto COW-T. Al secondo posto si classifica Casa Ombrarossa, seguita da Casa Alaverde e infine da Casa Lunacciaio.

Avvenimenti successivi

Nel corso del primo anno all’Accademia, il terzetto formato da Langley, Shannen e Celes diventa sempre più unito fino a diventare inseparabile; il loro legame si trasforma in una relazione poliamorosa.

Alla fine del terzo anno, Shannen e Langley si diplomano all’Accademia, ma decidono di restare come assistenti delle House Lady di Scudoscuro e Lunacciaio pur di restare un altro anno con Celes. Dopo il quarto anno, Langley torna su Nocturnia, richiamato da suo padre e suo zio per un imminente pericolo, mentre Shannen rifiuta di tornare su Tanit, non sentendosi accettato dalla propria famiglia, e lo segue.

Dopo il quinto anno, conseguito il diploma, Celes lascia Titania e si stabilisce ufficialmente in un appartamento all’interno del Palazzo Reale di Tanit.

Due mesi dopo, Celes viene designato Veggente in carica, il primo maschio in ventiquattro generazioni, mentre Manila assume formalmente il ruolo di Veggente regnante e si stabilisce nella Città del Ferro, completamente ricostruita secondo il suo gusto e ridenominata Palazzo d’Estate.

L’Accademia Magica viene rivisitata per ben due volte nel corso del settimo COW-T.

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